«Ci sono due modi per tentare di combattere il divario Nord-Sud, il reddito di cittadinanza e le infrastrutture di cittadinanza. Il reddito era la risposta di chi non poteva risolvere il problema e manteneva le persone in una condizione di marginalità. Le infrastrutture di cittadinanza sono le risposte di chi investe sul territorio per cambiare le opportunità, perché il territorio non è spacciato, il destino dipende da quanto può combattere ad armi pari. È la risposta che cerchiamo di dare noi». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi in Molise – e poi in Basilicata – per la firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione, che nel primo caso, ad esempio, mette sul piatto quasi 445 milioni di euro per la realizzazione di numerosi progetti. «Noi ci dobbiamo ricordare – ha quindi aggiunto stamattina Meloni parlando a Campobasso – che la ricchezza non la crea lo Stato, il lavoro non si crea per decreto, la povertà non si abolisce per decreto. La ricchezza in Italia la fanno le aziende con i loro lavoratori e quello che devono fare le istituzioni è mettere quelle aziende e quei lavoratori nella condizione di lavorare al meglio». La premier è dunque intervenuta anche sul tema sanità. «Faccio un po’ di controinformazione a notizie che non corrispondono a verità. Il Fondo sanitario con l’ultima legge di bilancio arriva al massimo di sempre, 136 miliardi di euro. Quando c’era il Covid erano 122 miliardi. Noi ci siamo concentrati sulla grande materia delle liste di attesa». Quanto alle questioni energetiche, «oggi – ha osservato Meloni – l’Europa ha un problema di approvvigionamento, si guarda a fonti di energia pulita. Il Mezzogiorno d’Italia è un potenziale enorme produttore di energia pulita. Dalla crisi che ci ha portato a rivedere i nostri accordi, a diversificare la produzione energetica, nel Sud Italia, con i giusti investimenti sulla produzione di energia pulita, noi possiamo costruire il futuro e un pezzo di strategia del paese». Mentre la Russia inasprisce gli attacchi in Ucraina, lo scenario internazionale resta al centro dell’agenda politica, anche alla luce, in aggiunta, del recente attentato terroristico a Mosca rivendicato dall’Isis. «Penso che il clima non sia cambiato rispetto a quello che è accaduto fino ad oggi – è la posizione espressa dal presidente del Consiglio –. Noi dobbiamo continuare a fare il nostro lavoro che è la capacità di deterrenza che l’Europa, l’occidente, sono stati in grado di mettere in piedi. Sono in realtà la garanzia migliore del fatto che non ci sia un’escalation. Se avessimo dovuto spaventarci per le dichiarazioni di Putin ci saremmo già spaventati da tempo».