UE: «No a pretesti per aumentare aggressione in Ucraina»

Quattro uomini accusati di aver compiuto gli attacchi nella sala da concerti a Mosca, il Crocus City Hall, causando la morte di oltre cento persone. L’Isis rivendica l’imponente attentato terroristico, diffondendo diversi video. I sospetti, arrestati, già portati in aula. Al momento, però, il Cremlino si sta trincerando dietro il più classico dei “no comment”. La posizione ufficiale, secondo il portavoce Dmitri Peskov, è che l’indagine è ancora in corso e fin qui «stiamo esaminando solo dati preliminari», per cui «non è stata formulata alcuna ipotesi ufficiale». «La lotta contro il terrorismo è un processo costante che richiede una cooperazione internazionale su vasta scala», ha poi sottolineato Peskov, aggiungendo che «tuttavia ora si osserva che la cooperazione non è compiuta appieno, a causa del periodo di scontro acceso». Nel frattempo, si registrano nelle ultime ore massicci attacchi russi in Ucraina, anche nella capitale Kiev. «La Russia sta attaccando l’Ucraina con missili ipersonici. L’Ucraina ha bisogno del nostro supporto, adesso», ha scritto su X l’ambasciatrice statunitense in Ucraina, Bridget Brink. L’UE, invece, si dice preoccupata «per le indicazioni dei rappresentanti del regime di Mosca che cercano di creare un collegamento tra questo attentato e l’Ucraina, che ovviamente respingiamo in toto. Non ci sono indicazioni, non vi è alcuna prova che l’Ucraina – è la posizione espressa dal portavoce per la politica estera dell’UE, Peter Stano – sia in qualche modo collegata a questi attacchi. Invitiamo il governo russo a non utilizzare gli attacchi terroristici a Mosca come pretesto o motivazione per aumentare l’aggressione illegale contro l’Ucraina, né usarlo come pretesto per l’aumento delle repressioni interne».