Mattarella, «stampa libera attaccata in molte parti del mondo». Il maggior numero di casi, Lazio (21), Lombardia (16), Campania (11), Calabria e Sicilia (10)
Secondo il report del Servizio analisi criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza, nel 2023 sono stati censiti 98 episodi intimidatori nei confronti di giornalisti, con un calo dell’1,7% rispetto ai 111 segnalati nel 2022. 40 riconducibili a contesti politico/sociali (il 40,8% del totale), 12 alla criminalità organizzata (12,2%). Oggi ricorre il 30° anniversario dell’agguato mortale ai giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo del 1994. Un ricordo molto presente, che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto celebrare in un messaggio. Alpi e Hrovatin «erano giornalisti di valore alla ricerca di verifiche e riscontri su una pista che avrebbe potuto portare a svelare traffici ignobili», ha affermato. «Le Medaglie d’oro al Merito Civile, di cui Alpi e Hrovatin sono stati insigniti, testimoniano il valore che la Repubblica riconosce alla loro opera. Un prezzo pagato nell’esercizio di un diritto, quello all’informazione, che è un presidio essenziale alla libertà di tutti e un pilastro su cui si regge la vita democratica». «Il valore dell’autonomia della stampa libera è sotto attacco in tante parti del mondo. Molti giornalisti pagano con la vita la loro indipendenza dai poteri, la loro ricerca di verità. Il ricordo di Alpi e Hrovatin suona anche impegno, a rimuovere gli ostacoli alla libertà di informazione, ovunque si manifestino». Il 30% delle intimidazioni si verifica sul web e in particolare su Facebook, con 13 episodi, e con le e-mail, 8. Assassini e mandanti dell’uccisione di Alpi e Hrovatin sono ancora senza nome e senza volto a causa di depistaggi, ritrattazioni, processi finiti nel nulla. «Una ferita che riguarda l’intera società», ha detto Mattarella.