Depositati oltre mille contratti al Cnel; 202 rinnovi parziali o totali nel corso del 2023

Il Cnel ha appena pubblicato il report periodico sui contratti collettivi nazionali di lavoro depositato presso il suo archivio, in forza della legge 936/1986. Il rapporto, che è stato anticipato nel corso dell’assemblea dal professore Michele Tiraboschi, nel tempo, è diventato uno strumento molto utile per chi vuole conoscere lo stato dell’arte della contrattazione nel nostro Paese. Al 31 dicembre scorso, le parti firmatarie avevano depositato 1.033 contratti collettivi nazionali; di questi, 971 sono afferenti al settore privato e 18 al settore pubblico, mentre 44 sono relativi ad accordi economici collettivi per alcune categorie di lavoratori autonomi o parasubordinati. Nel corso del 2023, sono stati sottoscritti e depositati 202 accordi che rinnovano o aggiornano alcune parti di 171 fra contratti collettivi e accordi economici collettivi. I flussi Uniemens e il codice alfanumerico assegnato dal Cnel permettono di misurare l’effettiva applicazione dei singoli contratti collettivi nei diversi settori produttivi, con l’eccezione dell’agricoltura e del lavoro domestico. Per il 78,8% della forza lavoro, quasi undici milioni di addetti, trova applicazione uno dei 28 contratti collettivi principali del settore privato. La quasi totalità della forza lavoro dipendente (circa 13,4 milioni, il 96,9% del totale) è coperto da uno dei 99 contratti collettivi con applicazione ad una platea di almeno 10mila addetti.