Ma il gap con il 2019 rimane piuttosto ampio

È un quadro a luci ed ombre quello disegnato dalla Confesercenti sui consumi delle famiglie italiane, perché se è vero che il rallentamento dell’inflazione e il taglio del cuneo fiscale è previsto che sosterranno la tenuta dei consumi del 2024, è altrettanto vero che la crescita dei consumi in termini reali sarà piuttosto esigua e ,soprattutto, la spesa complessiva sarà comunque inferiore a quella sostenuto nell’anno che ha preceduto lo scoppio della pandemia di Covid-19. Secondo l’associazione di categoria, infatti, la spesa media delle famiglie italiane dovrebbe attestarsi sui 34.500 euro l’anno, riportando un aumento di circa 1.300 euro rispetto al 2023, ma se il calcolo viene fatto in termini reali, la spesa dovrebbe fermarsi a 29.126 euro, appena 288 euro in più rispetto allo scorso anno (+1%) e ben 1.604 euro in meno rispetto alla spesa media annua registrata nel 2019 (-5,2%). In generale, il consolidamento delle spesa atteso da Confesercenti dovrebbe interessare quasi tutte le regioni, sebbene con ritmi diversi: la crescita più marcata è attesa nel Nord del Paese, con punte dell’1,6% nel Trentino Alto Adige e dell’1,4% in Emilia Romagna. Per quanto riguarda, invece, le voci di spesa, tra il 2019 ed il 2023 il gap più elevato tra valori nominali e valori reali ha interessato il settore alimentare. «In termini nominali – si legge infatti nell’analisi della Confesercenti -, il budget delle famiglie destinato ai prodotti alimentari è aumentato del 12,9% tra il 2019 ed il 2023 (+720 euro l’anno), ma in valori reali c’è una contrazione dell’8% (-449 euro): un gap di 1.169 euro».