Borrell: «UE non riconosce voto in territori occupati ucraini»

Vladimir Putin ha vinto le elezioni in Russia con l’87,28% (dato definitivo) e rimarrà in carica per altri sei anni, fino al 2030. Mentre la comunità internazionale critica l’esito elettorale – Putin, di fatto, non si è confrontato con una vera opposizione, il risultato era ampiamente atteso ed è stato il più alto di sempre –, il Cremlino respinge i giudizi dei paesi occidentali, definendoli «assurdi». «Chi parla di illegittimità parla di illegittimità di quell’87% di voti dati dalla popolazione al presidente Putin, e questo è assurdo», è stato il commento del portavoce Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Anzi, ha quindi rilanciato Peskov, il risultato ottenuto da Putin è «unico» e dimostra «il consolidamento» del sostegno della Russia. «L’Unione europea – è stata invece la posizione espressa dall’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera, Josep Borrell – condanna fermamente lo svolgimento illegale delle cosiddette “elezioni” nei territori dell’Ucraina temporaneamente occupati dalla Russia: Repubblica autonoma di Crimea e città di Sebastopoli, nonché in alcune parti di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e nelle regioni di Kherson». La guerra in Ucraina, infatti, è lo scenario che rimane sullo sfondo dello svolgimento delle elezioni russe. Un conflitto che, secondo il premier ucraino, Denys Shmyhal, intervistato da Euractiv, sta passando il «punto di non ritorno» e avrà conseguenze sull’Europa se non avrà un esito favorevole a Kiev. Un pensiero analogo è quello del ministro degli Esteri lettone, Krisjanis Karins, il quale ha parlato a Bruxelles a margine del Consiglio affari esteri: Putin ha organizzato le elezioni per conferma che sarà al potere «per i prossimi sei anni» e «la Russia non cambierà strada, va fermata. La Nato ha un Pil complessivo che è 25 volte quello della Russia, economicamente è una competizione a senso unico, a favore della Nato, per aiutare l’Ucraina».