Si guarda ai Paesi terzi, a partire dall’Africa, con il Piano Mattei dell’Italia

L’Europa prova a reagire al calo demografico e al progressivo invecchiamento della popolazione residente, proponendosi come polo di attrazione di lavoratori qualificati, provenienti da Paesi extra Ue. È questo l’obiettivo della proposta di regolamento che arriva da Bruxelles e che oggi è stata oggetto di una audizione dei rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. La proposta è volta a creare una sorta di bacino di professionalità, di talenti per utilizzare la terminologia impiegata dalla Commissione europea, cui le imprese delle singole Nazioni possono attingere in caso di assunzioni. Il tentativo, per semplificare, è cercare di fare quanto, negli anni passati, sono riusciti a fare soprattutto gli inglesi, che hanno attratto competenze importanti nei settori delle telecomunicazioni e dell’economia da Paesi come l’India e il Pakistan. Si tratta di un obiettivo che i sindacati condividono, perché utile ad uscire dagli stereotipi spesso legati alla tipologia di immigrazione, spesso molto povera pure di competenze. che si riversa in Italia e non solo. Al netto della condivisione delle finalità, l’Ugl, in particolare, ha evidenziato alcune preoccupazioni, legate principalmente a carenze storiche del nostro mercato del lavoro, ad iniziare dalla difficoltà che i centri per l’impiego e le stesse agenzie per il lavoro incontrano nel mettere in correlazione le imprese e le persone in cerca di occupazione.