«Il punto è che bisogna arrivare fino in fondo. Quello che sta emergendo è obiettivamente incredibile e vergognoso per uno stato di diritto»

«Oggi sta lavorando la commissione Antimafia, che ha poteri di inchiesta». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, replicando a chi chiedeva un commento sul caso dei presunti dossieraggi e osservando che «bisogna vedere dove riesce ad arrivare la commissione Antimafia, poi valutare se c’è bisogno di qualcos’altro». Secondo il premier, «è anche un tema di tempistiche, per istituire una nuova commissione ci vuole qualche mese». «Oggi abbiamo già una commissione che ci sta lavorando e bisogna farla lavorare nel miglior modo possibile. All’esito del lavoro della commissione Antimafia va valutato se servono altri strumenti», ha aggiunto il premier, parlando da Trento, dove si trovava per la firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il governo e la Provincia autonoma di Trento. «Il punto è che bisogna arrivare fino in fondo. Quello che sta emergendo è obiettivamente incredibile e vergognoso per uno stato di diritto», ha concluso rispondendo ad una domanda sulla necessità (o meno) di istituire una commissione di inchiesta parlamentare. Uno scenario, al momento, escluso dai capigruppo della maggioranza. Che, ieri, in una nota hanno spiegato che «nella grave vicenda del dossieraggio, la delicatezza delle indagini in corso, seguite dalla Procura della Repubblica di Perugia e dalla Direzione nazionale antimafia, suggerisce che non debbano esservi sovrapposizioni politiche prima della conclusione delle stesse indagini». E, poi, ancora: «L’eventuale costituzione di una apposita Commissione parlamentare di inchiesta sarà valutata successivamente, anche alla luce di quanto emergerà dai lavori della commissione Antimafia».