«Analizzare una volta per tutte questa inquietante deviazione»

Il caso dossier, che sta infiammando il dibattito politico, richiede una «Commissione parlamentare d’inchiesta con potere inquirente». N’è convinto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenuto oggi, a poche ore dalle deposizioni in Parlamento, davanti alla Commissione Antimafia e a quella di controllo sui servizi segreti, del procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo e del capo dell’ufficio che sta indagando sullo scandalo, il procuratore di Perugia Raffaele Cantone. «Ieri ho avuto un incontro con il ministro della Difesa Crosetto, con un informale scambio di opinioni» e «credo che a questo punto si possa e si debba riflettere sulla necessità dell’istituzione di una Commissione parlamentare d’Inchiesta con potere inquirente per analizzare una volta per tutte questa deviazione che già si era rilevata gravissima ai tempi dello scandalo Palamara e che adesso, proprio per le parole di Cantone, è diventata ancora più seria», ha detto il guardasigilli, parlando a margine di un evento a palazzo Lombardia. «Le parole usate da Cantone sono state estremamente forti e, dopo queste valutazioni estremamente severe, io credo che sia necessario fare una riflessione molto molto profonda su quelle che sono le violazioni dei diritti individuali alla riservatezza. Queste violazioni sono già state fatte in passato. Credo che adesso abbiamo raggiunto il punto cruciale, forse un punto di non ritorno e che quindi sia necessaria una profonda riflessione che a mio avviso potrebbe e dovrebbe essere non solo normativa, ma anche politica», ha concluso Nordio.