Un triplice ruolo difficile da gestire, ma tante le prospettive. Le donne rischiano di più in termini di incidenti sul lavoro. Le Operatrici sanitarie e assistenziali, le più esposte alle violenze
Donne, per i loro diversi ruoli, a volte più fragili, altre determinanti. Lo dimostrano, ad esempio, gli incidenti sul lavoro in itinere, secondo il Dossier Donne 2024 dell’Inail. Ad emergere, è l’immagine di una donna condizionata dal triplice ruolo di moglie-madre-lavoratrice, per la quale le difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro possono rappresentare una fonte di rischio, nonostante il ricorso allo smart working nel triennio 2020-2022. Evidente il divario per le denunce con esito mortale rispetto agli uomini: l’incidenza tra le lavoratrici nel 2022 è di circa un decesso su due, con 64 casi su 133, mentre per gli uomini il rapporto scende a poco meno di uno su quattro, con 272 decessi su 1.114. La categoria più ampia degli infortuni è di quelli “fuori azienda” con incidenza di circa il 17% per le donne e del 15% per gli uomini, mentre, per i casi mortali, la percentuale femminile sale al 61,7% (82 decessi sui 133 del 2022) e quella maschile al 44,2% (492 su 1.114). Sono le over 50 a infortunarsi più spesso, visto che circa il 15% di tutti gli infortuni al femminile del 2022 ha riguardato le lavoratrici con un’età compresa tra i 50 e i 54 anni. Così come, in termini di violenze sul lavoro, le operatrici sanitarie e assistenziali sono le più a rischio. Qualche buona notizia sembra arrivare dal 2023, grazie al calo degli infortuni e da un altro dato: sono 1 milione e 325 mila le imprese femminili registrate in Italia, il 22,2% del totale del tessuto produttivo nazionale. Allo stesso tempo, per l’Ufficio Studi di Confcommercio, l’occupazione femminile, sia in quanto componente dipendente sia indipendente del mercato del lavoro, nel quadriennio 2019-2023 è cresciuta del 13,3% contro il 10,2% del totale (uomini + donne). Nel terziario di mercato, la crescita è più accentuata (+15,8%). Di 1,85 milioni di posti di lavoro creati negli ultimi quattro anni, poco più della metà sono lavoratrici e nel terziario di mercato oltre il 60% dei nuovi occupati sono donne. Senza dimenticare che, secondo un recente analisi Istat su “Tendenze dell’occupazione femminile in Italia al 2024”, con oltre 10 milioni di occupate, a gennaio 2024, l’occupazione femminile in Italia raggiunge livelli record. A trainare la crescita, le fasce d’età più adulte, in particolare le 55-64enni, che hanno registrato un incremento di 284mila occupate (+15,1%) tra il 2019 e il 2023.