di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Il tour Ugl sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, partito da Roma lunedì, in queste prime tappe si sta dirigendo verso il Mezzogiorno. Ieri, infatti, si è svolto con successo a Napoli il terzo evento, che ha toccato le tante problematiche del mondo del lavoro, sia di portata nazionale, che anche connesse alle specificità del territorio campano, per affrontare le quali la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese può rivelarsi come una soluzione efficace, capace di risolvere, mediante il coinvolgimento attivo dei dipendenti, i tanti nodi da sciogliere, vecchi e nuovi, che penalizzano lo sviluppo della Campania e la promozione economica e sociale dei suoi lavoratori. C’è da dire che il rapporto regionale della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha fornito dati incoraggianti: nel terzo trimestre del 2023, in Campania, il numero di occupati ha raggiunto quota 1 milione e 700 mila, con un tasso di occupazione del 45%. Tuttavia, rimangono ancora molte sfide da affrontare, come la lenta ripresa dell’occupazione femminile rispetto ai livelli pre-Covid e un notevole aumento dei contratti a termine. E continua a pesare il divario economico tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. L’Ugl ritiene che la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese sia uno strumento utile e risolutivo, anche per affrontare la questione meridionale, ed il tour in questi giorni prosegue con l’evento di oggi a Cosenza, poi nelle altre regioni del Sud per, successivamente, dirigersi verso Settentrione. Occorrono anche, naturalmente, altre, altrettanto importanti, azioni strategiche sul fronte dello sviluppo industriale, infrastrutturale ed energetico, da realizzare con investimenti consistenti e mirati, non solo per una questione di giustizia sociale, ma anche per sostenere la crescita a beneficio sia del Sud che dell’intero Paese, in un’ottica di coesione nazionale. Ma l’attuazione dell’articolo 46 della Costituzione, la realizzazione della visione partecipativa, può fare la differenza sul lato delle relazioni industriali e del rapporto fra gli attori economici. Contribuendo ad incrementare la sicurezza sul lavoro, ad aumentare i salari troppo bassi e la retribuzione complessiva, a trovare strategie efficaci per una maggiore produttività delle aziende, a beneficio sia delle imprese che dei dipendenti, ad evitare, così, deindustrializzazione e delocalizzazioni. Una collaborazione tra dipendenti e datori di lavoro, nella quale i lavoratori siano coinvolti nelle strategie e partecipi dei profitti aziendali, può creare un nuovo terreno fertile di sviluppo, in tutta Italia ed anche nel Mezzogiorno, con una responsabilizzazione ed una valorizzazione di entrambi gli elementi, capitale e lavoro, che concorrono alla produzione, gettando le basi per crescita economica ed inclusione sociale.