Troppi cattivi maestri
di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

A quanto possiamo osservare, in Italia ci sono nostalgismi da condannare ed altri, invece, da tollerare. Naturalmente, come al solito, il discrimine fra gli uni e gli altri è di tipo politico: un conto i casi che avvengono nel mondo riconducibile alla destra, da mettere in prima pagina, un altro, invece, quelli riguardanti la sinistra, da derubricare a semplici “marachelle”. Artefice del doppiopesismo il solito mainstream mediatico, indiscutibilmente militante. Stavolta, ad esempio, si parla un po’ troppo poco del caso recente che ha riguardato la professoressa Donatella Di Cesare, ordinaria di filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma, che, alla notizia della morte dell’ex Br Barbara Balzerani, responsabile, fra l’altro, del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro, ha voluto renderle omaggio sui social pubblicando un testo, poi cancellato, piuttosto inquietante: «La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna». Il messaggio della professoressa, certamente esperta nello scrivere, è stato molto chiaro. Ad una lettura neanche troppo attenta, le sue parole non raccontano solo il dolore per un lutto, ma la rivendicazione di una via rivoluzionaria abbracciata e riconosciuta, nella quale le armi o la cattedra non sono frutto altro che di «vie diverse», presumibilmente, quindi, per raggiungere lo stesso risultato. Ovvero abbattere, con la violenza o con la propaganda, un regime considerato nemico, quello della nostra Repubblica democratica. Una scelta che per la Balzerani, mai pentita, era chiara, netta ed anche pagata in prima persona. La docente Di Cesare, invece, della Repubblica è tutt’ora una dipendente, rispettata e ben retribuita, con anche un compito delicato: insegnare alle nuove generazioni. Non è accettabile che nelle nostre Università ci siano docenti che si ispirano palesemente all’instaurazione della dittatura del proletariato, che abbiano come ideale il regime comunista. Immaginiamo cosa sarebbe accaduto se un docente avesse espresso le stesse parole dopo la morte di un ex terrorista nero: ne avrebbero parlato per giorni tutti i media, fino alle dimissioni dell’interessato. Sulla questione è intervenuta la Rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, esprimendo sconcerto e prendendo le distanze. Ma la prof rimane al suo posto, ad insegnare per conto dello Stato. Il problema resta lo stesso: finché non ci sarà una condanna unanime non solo per la lotta armata, ma anche per l’ideologia ed i conseguenti regimi dittatoriali di stampo comunista e quindi per coloro che, in un modo o nell’altro favoriscono quel tipo di visione e di regime e si continuerà a mistificare la storia considerando positivamente certi presunti “ideali” antidemocratici, continueranno ad esserci, nelle scuole come nelle Università, troppi cattivi maestri.