Per la strage, sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi

La strage di Erba dell’11 dicembre del 2006, nella quale persero la vita quattro persone, incluso un bambino di due anni, e nella quale rimase ferita un’altra persona, Mario Frigerio, il supertestimone oculare, morto nel 2014, torna in aula. Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati per quel massacro, hanno chiesto la revisione del processo: i due sostengono di essere in possesso di nuove prove, che potrebbero garantire loro l’assoluzione. Non è dello stesso avviso, il procuratore generale di Brescia, Guido Rispoli, secondo il quale, ci sono una «cascata di prove», che rendono «impossibile» ribaltare la sentenza. Dai legali di Romano e Bazzi vengono messe in discussione il riconoscimento di Olindo da parte di Frigerio, le confessioni dei due coniugi, che prima avrebbero ammesso le proprie responsabilità, salvo poi ritrattare, e la macchia di sangue di una delle vittime, rinvenuta nell’automobile di Olindo (secondo i legali, sarebbe stata contaminata). La strage sarebbe avvenuta nell’ambito di un regolamento di conti della criminalità organizzata (Azouz Marzouk, il marito tunisino di Raffaella e padre del bimbo uccisi nell’eccidio, aveva dei trascorsi per droga). Una ricostruzione «assolutamente inverosimile», secondo il pg di Brescia. Spetta ai giudici, sentiti i difensori, il Pg e le parti civili, decidere se assolvere, ammettere le prove che la difesa ritiene nuove o confermare l’ergastolo per Olindo e Rosa.