di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Non è un tema solo italiano quello della sicurezza sul lavoro, ma riguarda l’intero Pianeta e i dati a testimonianza di questo fenomeno sono stati riportati dall’Ilo, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite, nello studio “A Call for Safer and Healthier Working Environments”. A livello globale, ogni anno muoiono quasi 3 milioni di persone a causa di incidenti o malattie legate al lavoro. L’area con la più alta percentuale di decessi è il sud-est asiatico, dove la forza lavoro è numericamente maggiore e le condizioni non paragonabili a quelle occidentali: lì si registra il 63% dei casi. Per quanto riguarda invece i settori più a rischio, nel mondo non cambiano troppo le cose rispetto a quanto avviene in Italia: in cima alla classifica ci sono l’agricoltura, l’edilizia, e l’industria manifatturiera. Le occupazioni più “fisiche”. Maggiore l’incidenza di infortuni e decessi tra gli uomini, rispetto a quelli che si verificano tra le lavoratrici di sesso femminile. I principali fattori di rischio, sempre in base allo studio dell’Ilo, sono i lunghi orari di lavoro ed i contatti con gas, vapori e sostanze pericolose come particolato, amianto, silice, radiazioni solari ultraviolette, scarichi dei motori, arsenico e nichel. La maggior parte dei decessi è infatti causata da malattie del sistema circolatorio, tumori maligni e malattie respiratorie correlate al lavoro (2,6 milioni), mentre gli incidenti rappresentano ulteriori 330mila morti. Bisogna, inoltre, considerare che, a livello internazionale, sono classificati diversamente gli incidenti in itinere, anche mortali, che andrebbero aggiunti a questo conteggio. L’Ilo ha fornito anche un’analisi dell’andamento della situazione, riportando che numero delle vittime del lavoro è in aumento di oltre il 5% rispetto al 2015. Dati impressionanti che emergono da queste stime, a sottolineare l’importanza delle sfide persistenti nel garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori a livello globale. Se in Europa ed in Italia ci sono più tutele rispetto ad altre aree del mondo, resta il fatto che anche da noi la situazione resta gravissima, con, nel nostro Paese, 1041 incidenti mortali nel 2023, una media di quasi 3 decessi al giorno. Ora il governo ha impostato nuove azioni per affrontare la situazione, che vanno nella direzione giusta. Bisogna, però, ancora insistere, puntando sulla formazione, a partire dalle scuole, intensificando i controlli, integrando in un’Agenzia nazionale il personale incaricato delle ispezioni, favorendo il coordinamento di una procura sui reati relativi alla sicurezza e, al contempo, valorizzando attraverso incentivi le imprese che investono sulla tutela dei lavoratori. Bisogna fermare questa emergenza. Dietro le statistiche ci sono storie di vite spezzate e di uomini e donne che non hanno fatto più ritorno a casa dalle proprie famiglie. È inaccettabile morire di lavoro.