di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Se anni fa le elezioni per il Parlamento europeo erano cosa poco sentita dalla gran parte dell’elettorato e considerate quasi un appuntamento per “addetti ai lavori”, già da qualche tornata il clima è completamente cambiato. I cittadini del Vecchio Continente sono ormai pienamente consapevoli dell’importanza di questa sfida politica, dato l’impatto decisivo, anche a livello nazionale, delle decisioni prese a Bruxelles. Basti pensare alle proteste degli agricoltori, che hanno avuto come principale obiettivo proprio le istituzioni comunitarie a causa della Pac. A giugno si rinnoverà l’Europarlamento in quanto tale, come organismo co-legislatore, ma anche come Ente deputato ad eleggere, a maggioranza assoluta, il nuovo presidente della Commissione, a valutare i singoli commissari ed infine ad approvare la composizione complessiva della Commissione europea, compreso l’alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Cambieranno, quindi, tutti i vertici politici, legislativi ed esecutivi, dell’Ue, sulla base della volontà della maggioranza degli europei. Vertici che hanno compiti molto delicati. Ben sappiamo quanto l’Europa abbia condizionato in questi anni, e spesso non nella migliore delle direzioni, le politiche degli Stati membri; ma soprattutto ora, a causa dell’attuale frangente politico ed economico, le problematiche da affrontare sono tante e tutte importanti. Il ruolo dell’Unione nel contesto delle guerre che si combattono alle porte dell’Unione: quella in Ucraina, domani saranno due anni dall’invasione russa, e quella in Medio Oriente. La questione migratoria. L’inflazione. Poi il tema vastissimo del green deal, nell’industria, automobilistica e non, nell’agricoltura ed anche nell’energia, da importare e da produrre, si pensi ad esempio al nucleare di nuova generazione. Le politiche del prossimo futuro dipenderanno dalle scelte che gli elettori compieranno nelle urne a giugno ed, in base ai sondaggi, la nuova Europa potrebbe essere molto differente rispetto a quella che abbiamo conosciuto negli scorsi anni e decenni, data la probabile avanzata della destra, nelle sue varie sfaccettature, e quindi i possibili nuovi equilibri politici nell’Emiciclo europeo. Sostanzialmente l’Unione è stata sempre guidata da una coalizione di centrosinistra, composta da popolari, socialisti e liberali. Ma ora le cose potrebbero cambiare per le formazioni conservatrici, ovvero quelle riunite nell’Ecr, la “famiglia politica europea” guidata da Giorgia Meloni, e per le formazioni identitarie che fanno parte di Id, fra le quali la Lega di Matteo Salvini, con la possibilità di far parte dei vertici decisionali dell’Ue. Una svolta che potrebbe rivelarsi fondamentale per far entrare aria nuova nei palazzi di Bruxelles, per politiche più attente agli interessi dell’Europa e più vicine alle istanze dei popoli europei.