Inflazione, alti i prezzi dei beni alimentari. A gennaio 2024 lieve rimbalzo a +0,8% su anno. Per l’Unc è un «balzo allarmante»

Secondo l’Istat, a gennaio 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) fa un balzo e cioè aumenta dello 0,3% su base mensile e di 0,8% su base annua, da +0,6% nel mese precedente. Un rimbalzo che desta le preoccupazioni dei consumatori, in particolare per i prezzi dei beni alimentari. Osservando le percentuali, secondo l’Istat «l’accelerazione su base tendenziale dell’inflazione è dovuta principalmente alla dinamica dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,2%) e dei Beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%) e all’attenuarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -41,6% a -20,6%). Per contro, il maggiore contributo al contenimento dell’inflazione si deve ai prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +4,2% a +2,8%) e dei Beni durevoli (da +1,5% a +0,7%)». Invece, un contributo alla risalita dell’inflazione si deve al permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, e, anche se il cosiddetto “carrello della spesa” continua a decelerare, resta tuttavia ad un ragguardevole tasso del +5,1%. L’inflazione di fondo si attesta a gennaio al +2,7% (da +3,1% del mese precedente). L’Unc giudica «inarrestabile la corsa dei prezzi». Ma è soprattutto «allarmante il balzo degli alimentari che rincarano in un solo mese dello 0,8%», nonostante alcuni ingiustificabili prezzi. Facciamo alcuni esempi, «il latte fresco intero, nonostante oramai costi più di un litro di benzina, aumenta ancora dello 0,2% in un solo mese; del +1,1% quello conservato», l’olio di oliva «sale nuovamente, nonostante costi già più dell’oro fuso, +2% in un solo mese, +44,4% su base annua».