Stesse regole del 2024 anche per chi ha maturato i requisiti entro dicembre 2023

L’Inps, con la circolare numero 35 dello scorso 20 febbraio, ha fornito ulteriori chiarimenti in merito all’accesso agli strumenti per anticipare l’uscita verso la pensione, in anticipo rispetto alle normali scadenze previste dalla legge Fornero. Non senza sorpresa, per la verità. Secondo l’Istituto previdenziale, infatti, la stretta sull’Ape sociale, con il requisito anagrafico salito di cinque mesi, da 63 anni a 63 anni e cinque mesi, vale anche per chi, pur avendo perfezionato i requisiti negli anni passati, non ha poi presentato formalmente domanda. Una interpretazione che non mancherà di suscitare polemiche e, molto probabilmente, finirà per alimentare ulteriormente il già forte contenzioso fra l’Inps e i cittadini. L’Istituto ha anche ricordato che l’Ape sociale, nella versione 2024, permette di svolgere esclusivamente attività di lavoro occasionale nel limite di 5mila euro, mentre nel 2023 si poteva arrivare fino a 8mila euro con lavoro dipendente. Sotto il profilo procedurale, l’Inps conferma quanto già previsto nel 2023; le scadenze per la presentazione sono fissate al 31 marzo, al 15 luglio e al 30 novembre. L’ammontare dell’assegno percepito è di massimo 1.500 euro lordi al mese. L’Inps, infine, ha avvertito i beneficiari dell’Ape sociale: verranno effettuati controlli puntuali, attraverso l’accesso alla banche dati e a tutti gli altri elementi messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate.