di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

La tragedia di Firenze, nella quale hanno perso la vita cinque operai che lavoravano al cantiere di un nuovo supermercato Esselunga, non si può derubricare a semplice fatalità. Si tratta, invece, dell’ultimo drammatico episodio di una strage quotidiana che ogni anno miete oltre mille vittime e già ne conta altre 145, in base ai dati dell’Osservatorio di Bologna, in questi primi due mesi, non ancora terminati, del 2024. Per questo oggi l’Ugl ha organizzato a Firenze una commemorazione, ma, oltre ad esprimere la propria vicinanza a queste ed a tutte le vittime del lavoro, il sindacato ha anche indetto una riunione straordinaria della segreteria confederale, estesa alla presenza dei segretari provinciali della Toscana, del segretario regionale e dei segretari nazionali, presso la sede Ugl di Firenze, con all’ordine del giorno il tema della sicurezza dei luoghi di lavoro. Per intraprendere nuove e più incisive azioni per contrastare il fenomeno intollerabile delle morti sul lavoro in Italia, che rappresenta un oltraggio alla convivenza civile oltre che una dramma, per le famiglie coinvolte e per l’intera società. Perdere la vita sul lavoro è inaccettabile e assistere a delle morti che potevano essere evitate è un’ingiustizia che deve essere sanata. Si spera che le responsabilità oggettive dell’incidente di Firenze vengano fatte emergere ed i responsabili evidenziati e puniti dalla giustizia. Perché questo, come gli altri eventi luttuosi che funestano il mondo del lavoro, non sono frutto del caso, ma veri e propri delitti che avvengono a seguito di reati e violazioni di legge. Le vittime, come ci dimostra la cronaca, hanno spesso delle caratteristiche comuni: sono lavoratori in là con gli anni, quindi soggetti a minore concentrazione e condizioni fisiche inadatte a lavori faticosi, oppure giovani precari e lavoratori stranieri, disposti a tollerare condizioni di lavoro inadeguate pur di mantenere il posto e con poca conoscenza delle norme a tutela della salute e della sicurezza. Bisogna agire per cambiare la situazione e l’auspicio è che si trovi quella convergenza fra le diverse forze politiche, come annunciato dai leader di partito, su un tema, come quello della salute e sicurezza sul lavoro, che deve essere patrimonio comune. Ora il governo, ed in particolare il ministro Calderone, ha annunciato nuove norme per «il contrasto al lavoro sommerso, al caporalato e per il controllo della filiera degli appalti», che dovrebbero essere discusse già nel prossimo Consiglio dei ministri. Dal canto proprio l’Ugl chiede che vengano investite più risorse per la formazione e la diffusione di una cultura della sicurezza, a partire dal sistema scolastico. Ma anche che vengano rafforzati i controlli e incrementate le sanzioni per chi non rispetta le norme di sicurezza. Questa strage deve essere fermata.