Tel Aviv ha chiesto il rilascio degli ostaggi entro l’inizio del Ramadan

Israele attaccherà Rafah, la città dove ha trovato rifugio la maggior parte degli sfollati palestinesi (circa 1,7 milioni di persone), il mese prossimo, se Hamas non restituirà tutti gli ostaggi (dovrebbero essere 130, secondo le stime di Tel Aviv, inclusi circa 30 morti) entro l’inizio del Ramadan, il 10 marzo. «Il mondo deve sapere, e i leader di Hamas devono sapere: se entro il Ramadan i nostri ostaggi non saranno a casa, i combattimenti continueranno ovunque, compresa l’area di Rafah», ha annunciato ieri Benny Gantz, membro dell’esecutivo di guerra israeliano, deciso a non seguire i consigli alla moderazione da parte dei partner occidentali, a partire dagli Stati Uniti, preoccupati da una possibile escalation. Israele, però, non intende farsi dettare la linea. Nelle ultime ore, inoltre, è stata annunciata un’altra decisione che rischia di alzare la tensione nella regione: Tel Aviv intende limitare l’ingresso degli arabi alla Spianata delle moschee durante il Ramadan, nonostante il parere contrario dello Shin Bet, il servizio di intelligence che si occupa della sicurezza interna. Immediata la reazione di Hamas, che ha parlato di «violazione della libertà di culto», incitando i palestinesi alla mobilitazione. Infine, i ministri degli Esteri dell’Ue, riuniti a Bruxelles, hanno dato il via libera formale alla missione navale Aspides per respingere gli attacchi degli Houthi contro le navi mercantili che attraversano il Mar Rosso. L’Italia avrà il comando delle forze.