La Commissione lavoro della Camera dei deputati ha avviato le attività conoscitive. Ugl e Cisl spingono per arrivare ad una legge in tempi rapidi, mentre la Cgil e la Uil sono più tiepide. Le associazioni datoriali hanno posto dei distinguo sulle proposte di legge attualmente in discussione

La Commissione lavoro della Camera dei deputati ha avviato l’analisi delle proposte di legge in materia di partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, definite in attuazione dell’articolo 46 della Costituzione. Al momento, sono già state depositate cinque proposte, alle quali si è aggiunta una sesta ipotesi, elaborata in sinergia fra l’Istituto Stato e Partecipazione e l’Ugl. Nelle ultime due settimane, la Commissione, presieduta dal deputato di Fratelli d’Italia, Walter Rizzetto, ha prima ascoltato il parere di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e poi quello delle principali associazioni datoriali. Soprattutto la Ugl e la Cisl, rappresentate dai loro segretari generali, Paolo Capone e Luigi Sbarra, hanno spinto per arrivare nel più breve tempo possibile ad una legge, mentre la Cgil e la Uil, rappresentate in audizione dalle segretarie confederali Francesca Re David e Tiziana Bocchi, sono apparse decisamente più tiepide. Sul versante datoriale, per Confindustria, è fondamentale tenere insieme la partecipazione dei lavoratori con la realtà dimensionale del tessuto produttivo ed economico nazionale. Per Confindustria, rappresentata dal direttore dell’area lavoro, welfare e capitale umano, Pierangelo Albini, se finora non si è arrivati all’attuazione dell’articolo 46 è perché serve un salto culturale che finora è mancato. Secondo Confcommercio, la partecipazione deve passare dalla contrattazione collettiva nazionale e aziendale, mentre per Alleanza delle cooperative i testi vanno corretti.