Michel: «L’UE ritiene il regime russo l’unico responsabile»

È morto in prigione il dissidente russo Alexei Navalny, principale oppositore di Vladimir Putin. Il 47enne Navalny, detenuto da gennaio 2021, è morto nella colonia carceraria artica dove stava scontando una pena di 19 anni. «Navalny – recita il comunicato diffuso dal servizio penitenziario federale russo – si è sentito male dopo la passeggiata, perdendo conoscenza quasi subito. Il personale medico è arrivato immediatamente ed è stata chiamata l’ambulanza. Sono state eseguite le misure di rianimazione che non hanno dato risultati positivi. I paramedici hanno confermato la morte del condannato. Si stanno accertando le cause della morte». Il presidente russo Putin è stato informato dell’accaduto, ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Dura la condanna dell’UE al regime russo. «Alexei Navalny ha combattuto per i valori di libertà e democrazia. Per i suoi ideali, ha fatto l’estremo sacrificio. L’UE – ha perciò dichiarato su X il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel – ritiene il regime russo l’unico responsabile di questa tragica morte. Porgo le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia». Anche il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha attribuito la responsabilità a Mosca, commentando la morte di Navalny. Di «notizia terribile», ha parlato invece il premier britannico, Rishi Sunak. Navalny «ha pagato il suo coraggio con la vita», le parole del cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Secondo il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, negli accertamenti sulla morte di Navalny, «Mosca deve rispondere a domande serie».