Israele risponde al lancio di razzi dal Libano

L’assist verso un accordo sugli ostaggi potrebbe arrivare da Abu Mazen? Il presidente palestinese ha esortato Hamas a completare «rapidamente» un accordo «per risparmiare al nostro popolo palestinese il flagello di un’altra catastrofe dalle conseguenze minacciose, non meno pericolosa della Nakba del 1948». Abu Mazen, citato dalla Wafa, ha quindi aggiunto che bisogna «evitare l’attacco dell’occupazione alla città di Rafah, che causerà migliaia di vittime, sofferenze e sfollamenti». L’esponente di spicco palestinese ha infine ribadito l’importanza del riconoscimento di «uno Stato indipendente di Palestina con Gerusalemme Est come sua capitale» e la «piena adesione alle Nazioni Unite». Il nodo, ora, resta Rafah. La Cnn ha riferito in queste ore che Israele sta proseguendo i preparativi per l’attacco. Ottimismo, tuttavia, è emerso quando una fonte egiziana di alto livello ha rivelato ad Al Qahera che il negoziato a quattro di ieri sul cessate il fuoco nella Striscia (cui hanno preso parte i capi dell’intelligence di Stati Uniti, Egitto, Israele, il vice capo di Hamas a Gaza e Qatar e il vice premier qatariota e ministro degli Esteri, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani) è stato «positivo», mentre le consultazioni dovrebbero proseguire ancor nei prossimi giorni. Intanto il teatro di guerra rimane aperto anche al confine con il Libano. Israele ha oggi risposto al precedente lancio di razzi proveniente dal sud del paese (si registrano vittime da una parte e dall’altra e diversi feriti). Il gruppo Hezbollah sta attaccando Israele dall’inizio del conflitto, sorto dopo le operazioni terroristiche del 7 ottobre di Hamas. «Questi non sono attacchi intermittenti, è guerra», ha dichiarato su X il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir.