Il segno opposto dei prezzi di gas e carburante. Dalla Russia l’inviato in Ue, Logvinov, afferma che il blocco a import energetico causa stagnazione economica

I prezzi del gas e dei carburanti stanno viaggiando in senso opposto. «I prezzi di benzina e gasolio alla pompa tornano a mettere il turbo con la benzina che in modalità self raggiunge una media di 1,853 euro/litro, mentre il gasolio sale a 1,820 euro/litro. Rincari che aggravano la spesa degli italiani per i rifornimenti e rischiano di creare una nuova spirale inflattiva nel nostro Paese». È ciò che scrive in una nota Assoutenti. Secondo il presidente dell’Associazione, «da inizio anno, la benzina è aumentata del 4,5%, mentre il gasolio è salito del 5,2%, equivalenti ad una maggiore spesa pari a +4 euro per un pieno di verde, +4,5 euro per un pieno di diesel. Il vero pericolo, tuttavia, è che la corsa dei prezzi dei carburanti si ripercuota anche sui listini al dettaglio dei prodotti trasportati, a partire dagli alimentari». Secondo Facile.it, a parità di consumi, nel 2023 le famiglie italiane con un contratto di fornitura nel mercato tutelato hanno speso, in media, circa 770 euro per la bolletta della luce e 863 euro per quella del gas; vale a dire, rispettivamente, il 34% ed il 27% in meno rispetto all’anno precedente. Di segno opposto l’andamento del prezzo del gas naturale in Europa, ancora in calo. All’hub di riferimento Ttf i future sul contratto di marzo passa di mano a 26 euro per megawattora, il minimo dal luglio dello scorso anno, dopo il calo del 7,5% della scorsa settimana. A trainare giù i prezzi, le previsioni meteo più calde, gli ampi livelli di scorte e l’aumento delle forniture dalla Norvegia. Con l’avvicinarsi della fine della stagione invernale e del riscaldamento in Europa, i prezzi sono ulteriormente sotto pressione. Al 10 febbraio, i livelli di stoccaggio nell’Ue erano al 67%, con la Germania al 73%, l’Italia al 61% e la Francia al 54%. Allo stesso tempo, le forniture di Gas norvegese all’Europa e alla Gran Bretagna hanno continuato ad aumentare dopo l’interruzione dell’impianto di Nyhamna. Nel frattempo, secondo l’Agi, gli operatori terranno d’occhio il voto della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti previsto per questa settimana, che potrebbe annullare il congelamento delle autorizzazioni all’esportazione di Gnl da parte dell’amministrazione Biden.