di Claudio Antonelli

Recensione del libro di Riccardo Pedrizzi, “Joseph Ratzinger, Benedetto XVI – La ragione dell’uomo sulle tracce di Dio”, Edizioni Cantagalli – anno 2024 – 80 pagg. – 12,00 euro

Obbrobrio che oggi continua nella Corea del Nord. Sorvolo sulla condanna che si dovrebbe anche emettere sul cretinismo che afflisse intere generazioni di comunisti nostrani, ammalati di ideologismo e freneticamente attivi, nei salotti buoni d’Italia e d’Europa, a formulare denunce anticapitalistiche nel loro linguaggio pseudoscientifico e pappagallesco che faceva appello a termini come “lotta di classe”, “nemico del popolo”, “mezzi di produzione, “plusvalore”, “vento della storia”, “spirito borghese”, ecc. Tutto spazzato via ormai, con gli ex comunisti che, convertitisi alle leggi di mercato, si sono trasformati paradossalmente in sostenitori di un liberismo finanziario puro e duro, ossia mondialista e a carattere predatorio. Chiudo qui la mia parentesi reazionaria.
Il pensiero chiaro e netto di Benedetto XVI ci illumina anche su tanti altri temi, che l’Autore espone con limpidità, apportandovi i dovuti chiarimenti, e ponendo il lettore nel giusto contesto. La Tradizione e il Magistero della Chiesa sono al cuore del pensiero di questo papa, per il quale libertarianismo, libertinismo, sincretismo, scetticismo, marxismo, relativismo sono aberrazione ideologiche. Il nichilismo libertario, il laicismo, la secolarizzazione “come un virus hanno infettato il nostro modo di pensare e di vivere, la nostra società, la società italiana, europea e occidentale”. Giova qui menzionare che l’Europa, in Ratzinger, “ha occupato sempre un posto privilegiato nel suo cuore e nella sua speculazione teologica e filosofica”. I valori della fede devono prevalere su ogni altra strategia diretta ad espandere la presenza della Chiesa tra gli uomini. Ratzinger ha messo in chiaro che gli autentici diritti fondamentali fanno parte della natura umana, e sono quindi imprescindibili. Inoltre sono anteriori alla stessa codificazione che ne fanno gli Stati. Lo Stato deve prenderne atto e codificarli; insomma, li deve riconoscere ma non può “crearli”. Pertanto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso viola un principio connaturato alla verità della natura umana.
Un merito di questo papa è anche di aver denunciato la globalizzazione senza regole, negatrice delle identità nazionali, religiose, culturali. Ma a suo tempo il giovane Ratzinger favorì anch’egli l’apertura epocale compiuta dalla Chiesa attraverso il Concilio Vaticano II, che nel tentativo di razionalizzare la Chiesa e la sua dottrina aprì invece le cateratte di un adeguamento continuo del Cielo alla Terra. Ma il papa vide poi gli effetti di questo ammodernamento ad oltranza, disgregatore della Tradizione, e probabilmente ne soffrì. Si potrebbe continuare in questa disamina del libro di Pedrizzi, troppo ricco però di spunti, di citazioni, e di riflessioni perché io ne possa farne qui una sintesi completa. Terminerò invece con il pensiero di un ateo: Giuseppe Prezzolini, grande intellettuale di destra, aperto al mondo e alle sue idee. Ha scritto Giuseppe Prezzolini: “La chiesa, secondo me, ha una funzione unica al mondo: quella di consolare gli uomini della loro infelicità e di confortarli con la sua facoltà di perdono”. Se la chiesa si addentra nella politica “si immerge nelle lotte della concupiscenza politica” e “rimarrà sempre sopraffatta dai partiti politici che non esiteranno a promettere di più”. E ancora “Temo che il concilio ecumenico abbia creato l’illusione di poter ricavare dal Vangelo un piano sociale, che nel Vangelo non c’è, e invece di corrispondere alla infelicità degli uomini si contenti di eccitare e carezzare i desideri materiali.” Sono concetti che Prezzolini espresse il 29 marzo 1966 durante l’udienza personale che ebbe con Paolo VI, e che sarebbe bene che qualcuno ripetesse a certi ecclesiastici, imbevuti di sociologia, d’ideologismo e di politica, e trasudanti intolleranza nei confronti di quella nobile creazione umana che è la Nazione, con il suo alto ruolo di governo del proprio popolo.
Papa Ratzinger con i suoi scritti e la sua azione si è dimostrato fedele alla insostituibile missione della Chiesa che è “di consolare gli uomini della loro infelicità e di confortarli con la sua facoltà di
perdono”. Occorrerebbe allora conservare cara la sua altezza di pensiero, di sentimenti, di propositi, di aspirazioni, e mai abbandonare la Tradizione, di cui anche Riccardo Pedrizzi, autore di questo ammirevole saggio, si rivela un appassionato difensore.