In aumento solo i beni strumentali

Si è chiuso con una contrazione del 2,5% il 2023 della produzione industriale italiana. È quanto segnala l’Istat spiegando che «la dinamica tendenziale dell’indice corretto per gli effetti di calendario è stata negativa per quasi tutti i mesi del 2023». Guardando ai raggruppamenti principali di industrie, si può osservare che l’andamento negativo ha caratterizzato tutti i comparti, ad eccezione dei beni strumentali, per i quali si è registrato un aumento del 2,8% della produzione annua. Per i beni di consumo, invece, l’indice è sceso del 3,5% rispetto al 2022, sintesi del -5,4% che ha interessato i beni di consumo durevoli e del -3,2% dei beni di consumo non durevoli. Per i beni intermedi, la diminuzione è stata invece del 5,4% e del 5,6% per la produzione di energia. L’attività manifatturiera, in particolare, è scesa del 2,2% tra gennaio e dicembre 2023, soffrendo in particolar modo la performance di settori quali l’industria del legno, della carta e della stampa (-13,3%), quella della fabbricazione di prodotti chimici (-6,6%) e quella del tessile, abbigliamenti, pelli e accessori (-6,5%). Per i prossimi mesi, alla luce delle rilevazioni odierne dell’Istat, ha rivisto lievemente al rialzo le stime, prevedendo un aumento nullo della produzione a gennaio (dal -0,2%), un +0,3% a febbraio e un -0,1% a marzo.