Blinken: «Israele non ha licenza per disumanizzare gli altri»

Alla fine la proposta di Hamas è stata rifiutata da Israele. Quando ieri sera il premier Benjamin Netanyahu ha parlato dopo l’incontro con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, le speranze che una soluzione, anche temporanea, in grado di innescare il rilascio degli ostaggi ancora in mano al gruppo terroristico palestinese sono state presto abbandonate. Il piano di Hamas prevedeva una tregua di 135 giorni, la liberazione appunto degli ostaggi, il ritiro delle truppe israeliane e un successivo accordo sulla completa cessazione delle ostilità a Gaza. Netanyahu, piuttosto, ha ribadito l’intenzione di Israele di ottenere una «vittoria totale» e ha riferito di avere ordinato l’avanzata su Rafah. Durante la conferenza stampa a Tel Aviv, Blinken, il quale oggi ha incontrato le famiglie degli ostaggi, ha osservato che «gli israeliani sono stati disumanizzati nel modo più orribile il 7 ottobre» e «da allora gli ostaggi sono stati disumanizzati ogni giorno, ma questa non può essere una licenza per disumanizzare gli altri». Una delegazione di Hamas, intanto, è arrivata questa mattina al Cairo per «completare i colloqui relativi al cessate il fuoco», come ha fatto sapere su Telegram l’organizzazione. Sulla situazione a Gaza è tornato a parlare anche il presidente iraniano, Ebrahim Raisi: «La guerra di genocidio e di uccisione di bambini a Gaza – ha detto, secondo quanto riportato dall’agenzia Irna, nel corso di un incontro con la Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei – rivela la realtà della natura vuota delle affermazioni fatte dalle potenze occidentali riguardo al rispetto per i diritti umani ed evidenzia anche l’inefficienza delle organizzazioni internazionali».