Le norme penalizzano le famiglie numerose con reddito da lavoro dipendenti

La conferma è arrivata dalla viceministra del lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci: «Il governo è intenzionato ad intervenire sull’Isee per rendere questo strumento più capace di valutare la reale situazione economica delle famiglie». Si annunciano, quindi, importanti novità sul fronte della revisione delle regole che determinano il valore dell’indicatore socioeconomico, sempre più utilizzato dalle famiglie per accedere ai servizi pubblici. In queste settimane, l’attenzione di molti è andata all’inserimento dell’ammontare dell’assegno unico per i figli a carico nel reddito. Una decisione che ha una sua logica, in quanto introduce un elemento di equità fra le famiglie, ma che incide pesantemente soprattutto per i nuclei familiari con più figli che si ritrovano un indicatore più alto, pur senza avere avuto un incremento reddituale effettivo. Se le amministrazioni non hanno adeguato le soglie Isee per l’accesso ai servizi e per la compartecipazione alla spesa, molti nuclei familiari si trovano così ad affrontare costi maggiori. I sindacati chiedono da tempo la revisione dell’Isee. L’Ugl, in particolare, è da anni che fa notare come il medesimo reddito viene calcolato due volte per i lavoratori dipendenti e per i pensionati: prima, appunto, come reddito e poi come giacenza sul conto corrente che altro non è che risparmio di quanto percepito come stipendio o pensione.