Con la norma anti-ribaltone nel Ddl sul premierato, si rinsalda il rapporto fra cittadini e Istituzioni
di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Oggi si conclude un importante passaggio nell’iter legislativo del Ddl sul Premierato. Presentato il disegno di legge e depositati gli emendamenti in Commissione Affari costituzionali, possono, infatti, iniziare i lavori veri e propri per l’approvazione di una riforma costituzionale che comunque, per sua stessa natura, richiederà tempi lunghi, almeno un anno, tra doppia lettura, la seconda a maggioranza di due terzi in entrambi i rami del Parlamento ed, in caso di maggioranza semplice, il referendum. Un accordo all’interno del Centrodestra su un punto fondamentale del testo è stato trovato e si tratta della riformulazione dell’emendamento all’articolo 4 del Ddl, ovvero la cosiddetta norma anti-ribaltone. Il nuovo testo prevede, nel caso di revoca della fiducia, con mozione motivata, da parte del Parlamento nei confronti del Presidente del Consiglio eletto, che il presidente della Repubblica sciolga automaticamente le Camere. Mentre, in caso di dimissioni volontarie dello stesso Premier, previa informativa parlamentare, se lo stesso non presenta entro sette giorni la proposta di scioglimento delle Camere al Capo dello Stato, si stabilisce che quest’ultimo possa conferire, per una sola volta nel corso della legislatura, l’incarico di formare un nuovo governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare «eletto in collegamento con il Premier». Oppure, in caso di morte, impedimento permanente, decadenza dello stesso Presidente del Consiglio, si prevede che il Presidente della Repubblica conferisca l’incarico di nuovo Premier, senza sciogliere le Camere, sempre ad un parlamentare eletto in collegamento, quindi ad un appartenente alla maggioranza votata dagli elettori, insomma a quello che è stato giornalisticamente definito il «premier di riserva». L’obiettivo è quello di evitare i «ribaltoni» di Palazzo, capaci di portare a Palazzo Chigi maggioranze diverse o in alcuni casi opposte rispetto a quelle scelte dagli italiani, cosa che con la suddetta riforma sarebbe impossibile. Una simile riforma costituzionale, se sarà approvata, modificherà in modo netto la politica italiana, non solo nel segno di una maggiore stabilità, rendendo più probabile la presenza di governi di legislatura, ma anche – e questo è un elemento altrettanto se non più importante – comportando di una più stringente responsabilità della classe politica, che, in caso di crisi di governo, non potrebbe rimandare ad oltranza il confronto con l’elettorato, come abbiamo visto fare troppe volte negli ultimi anni, con la creazione di Esecutivi privi di investitura popolare. Per questo si tratta di una riforma necessaria, per rinsaldare il rapporto fra cittadini e Istituzioni.

Docufilm
Venerdì, presso l’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, l’Ugl ha presentato l’anteprima del docufilm «Sequestro Labate. Prove tecniche di terrorismo» per ricordare l’evento e riflettere sul tema, purtroppo sempre attuale, della violenza politica. Un evento emozionante, preceduto da un convegno al quale hanno preso parte, oltre che lo stesso Bruno Labate ed il regista del docufilm, Edmondo Zanini, anche Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati e lo scrittore Giuseppe Del Ninno, il tutto moderato dal giornalista Massimo Maria Amorosini.