I ribelli Houthi a Usa e Uk: «Risponderemo agli attacchi»

Hamas sta ancora studiando la proposta di accordo emersa nei giorni scorsi dall’incontro di Parigi (quando parteciparono rappresentanti di Qatar, Egitto, Israele e Stati Uniti), ma le parti restano evidentemente distanti. Il gruppo palestinese è stato descritto in queste ore come spaccato, anche se i vertici starebbero spingendo per richiedere il cessate il fuoco permanente, ipotesi che Israele – a partire dal premier Benjamin Netanyahu – non sembra gradire. In questo senso, grossi passi in avanti non sembrano essere stati fatti e la nuova missione diplomatica in Medio Oriente del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, parte in salita. Mentre sul terreno proseguono le azioni militari delle forze israeliane, l’altro fronte caldo è quello dello Yemen. I ribelli Houthi hanno fatto sapere che risponderanno agli attacchi aerei statunitensi e britannici di domenica (nei raid sono stati colpiti obiettivi del gruppo ribelle yemenita). Già ieri il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, aveva spiegato che gli attacchi contro obiettivi Houthi sono stati compiuti dopo «ripetuti avvertimenti» riguardo i disordini nel Mar Rosso, che sta «minacciando vite innocenti». Da parte sua il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha inviato una lettera al Congresso in cui afferma che «il nostro scopo è scoraggiare questi gruppi a compiere ulteriori attacchi». Biden ha anche sostenuto che le operazioni vengono condotte in modo «da evitare vittimi civili e limitare il rischio di escalation», ma che «se necessario» ordinerà altri raid.