Roma ha ospitato l’evento ItaliAfrica, un ponte per una crescita comune

Roma ha ospitato l’iniziativa organizzata dal governo ItaliAfrica, un ponte per una crescita comune, fra il 28 e il 29 gennaio. Nell’occasione, la premier Giorgia Meloni ha illustrato ai Capi di Stato e di governo e agli ambasciatori dei Paesi africani presenti il cosiddetto Piano Mattei, dedicato ad Enrico Mattei, presidente dell’Eni, morto in un incidente aereo nei pressi di Bascapè, in circostanze mai del tutto chiarite, ma che rimandano ad un sabotaggio del veicolo sul quale viaggiava. Il programma dell’evento, preceduto da una cena offerta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è incentrato nella giornata del 29 gennaio, con una sessione plenaria e cinque tematiche presso il Senato. In apertura, dopo l’intervento del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, sono intervenuti la stessa Giorgia Meloni, il vicepremier e Ministro degli esteri, Antonio Tajani, e le maggiori cariche europee (Roberta Metsola, Charles Michel e Ursula von dei Leyen, rispettivamente presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio d’Europa e della Commissione europea) e africane (Azali Assoumani e Moussa Faki Mahamat, rispettivamente presidenti dell’Unione africana e della Commissione dell’unione africana), oltre alla delegata del segretario generale delle Nazioni unite, Amina Mohammed. Le cinque sessioni sono state dedicate rispettivamente alla cooperazione economica e infrastrutturale, alla sicurezza alimentare, alla transizione e alla sicurezza energetica, alla formazione professionale e culturale, migrazioni e diritti.
All’evento romano erano presenti 46 Paesi africani, la quasi totalità, da Algeria a Zimbabwe, con 17 fra presidenti e vice presidenti, 9 capi del governo, 14 ministri e 6 ambasciatori. Fra i presidenti, erano presenti, fra gli altri, quelli dell’Eritrea, del Kenya, del Senegal, della Somalia e della Tunisia. La Libia, l’Etiopia e il Marocco erano rappresentate dai loro primi ministri, mentre l’Egitto ha inviato il proprio ministro della cooperazione internazionale. Le istituzioni presenti erano, invece, 25, a partire da quelle europee (Parlamento, Consiglio e Commissione) e dell’Unione africana. Anche l’Onu era presente, direttamente e con le proprie strutture tematiche, come l’Unesco, la Fao, l’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr), l’Unicef e l’Unodoc che si occupa di contrasto alla criminalità e al traffico di stupefacenti. Presenti anche i rappresentanti del Fondo monetario internazionale, dell’Ocse, della Banca mondiale, della Banca europea per gli investimenti (Bei), della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), della Banca per lo sviluppo dell’Africa (Afdb). Molto significativa pure la presenza dell’Irena, l’Agenzia internazionale per l’energia rinnovabile, e dell’Aie, l’Agenzia internazionale dell’energia. Una dozzina i ministri coinvolti nelle cinque sessioni tematiche: Matteo Salvini, Antonio Tajani, Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Francesco Lollobrigida, Gilberto Pichetto Fratin, Giuseppe Valditara, Anna Maria Bernini, Gennaro Sangiuliano, Matteo Piantedosi e Guido Crosetto.