Intesa sul testo raggiunta nel corso di un incontro con i capigruppo della maggioranza al Senato e il relatore, Alberto Balboni. Adesso la parola passa ai leader

Adesso l’obiettivo è un pizzico più vicino. La ministra per le Riforme costituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha annunciato ieri sera «la bozza di un accordo» sul premierato, uno dei punti più ambiziosi del programma di governo. Determinante l’incontro con i capigruppo del Senato delle forze che compongono la maggioranza – l’iter, ricordiamo, partirà proprio da palazzo Madama – e il relatore e presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, Alberto Balboni. «C’è la bozza di un accordo che ora sottoporremo ai leader» del centrodestra, ha riferito Casellati, definendo l’intesa «un passo avanti». «Nella Costituzione contano tutte le parole. Sono stati messi a punto solo accorgimenti tecnici per non dar luogo a interpretazioni. Certo, il diritto è un elastico e lo si può tirare da una parte o dall’altra, ma vogliamo un testo più chiaro possibile», ha aggiunto Casellati. Cosa prevede e quali saranno i prossimi passi che attendono la bozza? Secondo quanto riportato dai cronisti, che hanno potuta visionarla, la bozza stabilisce che la staffetta tra il premier scelto dagli elettori e il suo sostituto sia possibile soltanto in pochi, eccezionali casi (decadenza, morte, impedimento permanente, dimissioni volontarie). Nel caso in cui il secondo premier non ottenesse la fiducia del Parlamento, il presidente della Repubblica può sciogliere le Camere. Altra novità: il limite delle due legislature consecutive per il presidente del Consiglio eletto. Possibili modifiche anche per l’articolo 88 della Costituzione che regola il cosiddetto semestre bianco: con la nuova formulazione, il capo dello Stato «non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che lo scioglimento costituisca atto dovuto», anziché «non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura». E adesso? Adesso la palla passa ai leader. «I leader la valideranno se sono d’accordo», ha specificato il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani. E se non verrà trovata un’intesa? «L’ultima parola spetta a Meloni», la replica.