di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Gli ultimi dati sull’occupazione sono senz’altro incoraggianti. In Italia, infatti, il quadro generale è migliorato con una crescita, sia per i dipendenti a termine che per gli autonomi, di 456mila unità, che ha portato il Paese a raggiungere il record di 23 milioni 754mila persone occupate e questo non può che essere interpretato come un segnale molto positivo dal punto di vista sia economico che sociale. Su base mensile, il tasso di occupazione e quello di inattività salgono, rispettivamente, al 61,9% e al 33,2% mentre il tasso di disoccupazione scende al 7,2%. Il trend è positivo, ma è fondamentale non abbassare la guardia. Innanzitutto resta il problema dei salari, ancora troppo bassi e penalizzati ulteriormente dall’inflazione. Positivo, in questo senso, il taglio del cuneo fiscale adottato dal governo, ma occorrono ulteriori riduzioni del carico fiscale sul lavoro, per innalzare i salari e far aumentare i consumi. E poi resta il nodo giovani. Per garantire loro una migliore quantità e qualità di lavoro il primo fondamentale passo consiste nell’implementare il ‘matching’ tra domanda e offerta di competenze, per favorire il loro ingresso nelle aziende che cercano lavoratori, ma non trovano i profili professionali necessari. Per questo occorre una formazione adeguata, a partire dalla scuola, e nei prossimi anni sarà dunque cruciale formare e poi introdurre le nuove generazioni nel mondo del lavoro, anche attraverso la sinergia tra pubblico e privato. E poi, per rendere più competitivo il nostro sistema produttivo e quindi mantenere alta la domanda di lavoro, bisogna difendere le nostre produzioni, e, parallelamente, puntare sull’innovazione e restare al passo coi tempi. Uno dei temi del momento è l’intelligenza artificiale, novità, come sempre accade, carica di rischi, ma anche di opportunità, per la società in generale ed anche per il mondo del lavoro. Non dobbiamo farci trovare impreparati, ma, al contrario, approfondire questa nuova tecnologia per utilizzarla in modo positivo. Sappiamo che la materia è al centro dell’interesse dell’Ue ed anche della presidenza italiana del G7 iniziata con l’anno nuovo, con l’obiettivo di governare lo sviluppo e la diffusione dell’IA in modo socialmente responsabile. Dal punto di vista del mondo del lavoro, la Commissione europea ha lanciato un nuovo pacchetto di misure per sostenere PMI e startup in questo settore. Non dobbiamo farci trovare impreparati e diventare semplici fruitori di tecnologie realizzate altrove, come troppo spesso è avvenuto in passato, ma essere protagonisti di questa rivoluzione culturale, per una questione di sicurezza, contribuendo a disegnarne le caratteristiche ed i limiti a tutela della nostra società, ma anche per rendere il nostro sistema produttivo innovativo e vitale, a vantaggio dell’occupazione di qualità delle nuove generazioni.