La Farnesina chiede all’Ungheria «un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea»

«Un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione in carcere». Queste sono le richieste del ministero degli Esteri alle autorità ungheresi per Ilaria Salis, la 39enne, detenuta in Ungheria e che è accusata di aver partecipato ad un’aggressione a militanti di estrema destra a Budapest. Per lei, che insieme ad altri tre imputati, tutti stranieri, s’è dichiarata innocente, la Procura della capitale ungherese ha chiesto 11 anni di reclusione. L’intervento della Farnesina è diventato inevitabile dopo le immagini arrivate ieri dall’Ungheria, con Ilaria Salis accompagnata nell’aula del tribunale in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da due cinture. Condizioni incompatibili, al netto dell’accusa – la 39enne deve rispondere di tentato omicidio colposo in concorso –: «Questa volta mi sembra si sia ecceduto. Sul rispetto della persona non possiamo transigere», ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, descrivendo a RadioUno i trattamenti riservati alla donna come «inammissibili e sproporzionati rispetto alle esigenze procedurali e non in linea con la direttiva comunitaria su detenuti in attesa di giudizio». Un giudizio che potrà essere emesso soltanto dall’autorità giudiziaria ungherese: «Il reato ipotetico è avvenuto in Ungheria quindi deve essere processata in Ungheria», ha sottolineato il titolare della Farnesina, intercettato dai cronisti all’uscita di Palazzo Chigi, dove ha preso parte al Consiglio dei ministri.