di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Oggi vorrei soffermare la mia e la vostra attenzione su una vittima del lavoro che purtroppo non è la prima, ma si tratta di una piaga alla quale non intendo in alcun modo abituarmi, perché sarebbe come arrendersi. A ridosso della mezzanotte, si è consumata l’ennesima tragedia avvenuta sui binari di una stazione ferroviaria. Ha perso la vita, alla stazione di Chiari in provincia di Brescia, un uomo di 51 anni, operaio portoghese a lavoro, come manutentore, in uno dei cantieri aperti all’interno dello scalo, travolto da un treno alta velocità Italo 35000 diretto a Napoli. Secondo le prime informazioni, quando è stato ucciso sarebbe stato impegnato nella manutenzione per conto di Terna di un traliccio dell’alta tensione. Mentre, dalle prime indagini della Polizia ferroviaria di Brescia, coordinate dalla Procura, sarebbe emerso che l’operaio, Joao Rolando Lima Martins, avrebbe attraversato i binari, quando non era ancora stata disposta l’interruzione del passaggio dei treni. Che è dinamica ben diversa, sebbene attribuibile ad una responsabilità dell’operaio, da quella inizialmente prospettata da fonti Fs che, un po’ frettolosamente, hanno reso noto che «dai primi accertamenti si configura come indebito attraversamento dei binari, ma le verifiche sono in corso». Ciò dimostra che, in tema di salute e sicurezza sul lavoro, vi è anche la necessità di trovare la giusta misura e la giusta tempistica nel comunicare eventi e nel tentare di stabilire quali siano le proprie e le altrui responsabilità. Il fatto paradossale è che laddove c’è più lavoro, ci sono più incidenti. Paradossale perché dove c’è più lavoro dovrebbe esserci maggiore cultura della sicurezza. Dovrebbe, appunto, ma non c’è. E così la Lombardia già a ottobre 2023 indossava la maglia nera delle morti sul lavoro con un aumento pari all’8%.
Non basta da parte nostra il doveroso messaggio di cordoglio e di vicinanza ai colleghi, ai familiari e agli amici della vittima, di tutte le vittime. Occorre impegnarsi per una soluzione.
L’UGL, infatti, chiede da anni più controlli e più sanzioni perché le situazioni di rischio vengano limitate quanto più possibile. Al contempo, riteniamo che fare formazione e diffondere una cultura della sicurezza a tutti i livelli e tra tutti i lavoratori – anche quelli più giovani – sia fondamentale per evitare le tragedie di cui ormai spesso dobbiamo prendere atto. Condividiamo dunque quanto ribadito dalla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone e cioè che «la sicurezza debba essere una priorità assoluta, un imperativo morale e politico».
In tal senso l’impegno del Governo per potenziare i controlli e favorire la premialità delle aziende virtuose che, nel 2024, potranno contare su maggiori risorse per la formazione, la prevenzione e la loro messa in sicurezza è un passo avanti nella direzione che auspichiamo e che salverà vite.