Pesano le carenze normative sul conflitto di interessi nei rapporti tra pubblico e privato, la mancanza di una disciplina in materia di lobbying

Quarantaduesimo posto. Questo il gradino occupato dall’Italia della graduatoria di Trasparency International che classifica i Paesi – sono 180 quelli presi in considerazione, ogni anno – in base alla percezione della corruzione. Se si considerano invece solo i Paesi membri dell’Unione europea, l’Italia si piazza al diciassettesimo posto su 27. Le carenze normative sul conflitto di interessi nei rapporti tra pubblico e privato, la mancanza di una disciplina in materia di lobbying ed la recente soppressione del registro dei titolari effettivi per arginare il fenomeno dell’anti-riciclaggio sono, secondo Trasparency International, i fattori che incidono negativamente sulla performance del nostro Paese, che ha ottenuto 56 punti (inciso necessario: il punteggio, calcolato attraverso l’uso di 13 strumenti di analisi e alcuni sondaggi che coinvolgono un campione di esperti, va da 0, alto livello di corruzione percepita, a 100, basso livello di corruzione percepita). In cima alla classifica, troviamo la Danimarca, con 90 punti. A seguire, Finlandia (87 punti), Nuova Zelanda (85), Norvegia (84), Singapore (83), Svezia e Svizzera, entrambi con 82 punti. Somalia (11 punti), Venezuela, Siria e Sud Sudan (13) e lo Yemen (16) occupano invece la coda della classifica. «Il consolidamento del punteggio del nostro Paese nel CPI 2023 conferma l’Italia nel gruppo dei Paesi europei più impegnati sul fronte della trasparenza e del contrasto alla corruzione», ha detto il presidente di Trasparency International Italia, Michele Calleri, osservando che si tratta di «un risultato che è anche frutto dell’applicazione di alcune misure normative adottate in materia di whistleblowing e di appalti pubblici».
«In un tempo in cui le guerre e gli altri conflitti internazionali si incancreniscono, pregiudicando i commerci e le normali migrazioni, qualcuno potrebbe pensare che, allora, la corruzione sia tollerabile e che i controlli possano attenuarsi, ma sbaglia, la corruzione nuoce all’economia e mortifica l’integrità delle persone, in ogni epoca e in ogni contesto. Occorre che la politica e i governi mantengano in cima alla loro agenda i temi della trasparenza e della lotta alla corruzione», ha concluso Calleri.