Piano Mattei, Meloni: «Pagina nuova, no approccio predatorio». Presidente dell’Unione Africana, Azali Assouman: «È essenziale lavorare in sinergia»

Al via a Palazzo Madama a Roma, oggi, i lavori del vertice “Italia-AFRICA. Un ponte per una crescita comune”. Cerimonia di accoglienza dei capi delegazione, con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, poi saluto istituzionale del presidente del Senato, Ignazio La Russa, a seguire gli interventi di apertura di Meloni, del ministro degli Esteri, Antonio Tajani; del presidente dell’Unione Africana, Azali Assoumani; del presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat; della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola; del presidente del Consiglio Europeo ,Charles Michel; della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen; del vicesegretario generale delle Nazioni Unite, Amina Mohammed. Presenti numerosi Capi di Stato, di Governo e ministri delle Nazioni africane, l’Unione Africana. Presenti anche le principali organizzazioni internazionali: Onu, istituzioni finanziarie Internazionali e le banche multilaterali di sviluppo. «Il Piano Mattei – ha spiegato Meloni – è un piano concreto di interventi strategici, concentrato su poche priorità di medio lungo periodo, istruzione e formazione, salute e agricoltura, acqua ed energia. Abbiamo individuato alcune nazioni africane del quadrante subsahariano e nordafricano», un quadrante che sarà allargato «seguendo una logica incrementale». «Vogliamo coinvolgere le istituzioni finanziare internazionali, le banche multilaterali di sviluppo, l’Ue e altri Stati donatori che già hanno dichiarato la disponibilità a sostenere progetti comuni. Abbiamo intenzione di creare entro l’anno un nuovo strumento finanziario insieme a Cassa depositi e prestiti, per agevolare gli investimenti del settore privato nei progetti del Piano Mattei». «Abbiamo tutte le carte in regola per diventare l’hub naturale di approvvigionamento energetico per l’intera Europa». Il Piano Mattei «non è una scatola chiusa da imporre e calare dall’alto, anche il metodo deve essere nuovo rispetto al passato», quindi «aperto» alla condivisione e alla collaborazione con le nazioni africane». I progetti già sul tavolo coinvolgono il Marocco (formazione professionale), l’Algeria (agricoltura), il Mozambico (agroalimentare), l’Egitto (produzione grano) e la Tunisia (formazione professionale).