La Corte dell’Aja respinge la richiesta di archiviazione del caso

«La Corte ritiene di non poter accogliere la richiesta di Israele di archiviare il caso». Così si è espressa la Corte internazionale di Giustizia dell’Aja, in merito al ricorso del Sudafrica, che ha avanzato accuse di genocidio nei confronti di Israele, per cui, è stato spiegato, esistono prove sufficienti per procedere con il giudizio. La Corte ha inoltre osservato nella sentenza sulle misure provvisorie che Israele deve «prevenire e punire l’incitamento diretto e pubblico a commettere un genocidio, in relazione ai membri del gruppo palestinese nella Striscia di Gaza». La Corte non si è pronunciata per un cessate il fuoco. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ritiene «oltraggiosa» l’accusa di genocidio. Nel frattempo si lavora ad una nuova tregua. Secondo diversi media, nelle scorse ore fonti vicine ai negoziati per la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas avevano parlato di un’intesa di massima raggiunta tra le parti. Ad ogni modo anche la comunità internazionale si sta muovendo in questo senso. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha deciso di inviare in Europa il direttore della Cia, William J. Burns, dove nei prossimi giorni è previsto che incontri funzionari di Israele, Egitto e Qatar. Obiettivo della missione sarà quello di arrivare ad un accordo sugli ostaggi e sulla possibilità di una tregua duratura. Tuttavia si sono registrate anche delle frizioni tra Israele e Qatar, con Netanyahu che aveva definito «problematico» il ruolo di mediatore di quest’ultimo. «Il Qatar è stato un partner regionale fondamentale, integrale e insostituibile», la risposta degli Stati Uniti tramite il viceportavoce del dipartimento di Stato, Vedant Patel.