di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Dalla sua istituzione, il nostro sindacato ha considerato come obiettivo prioritario l’attuazione del diritto previsto dall’articolo 46 della Costituzione, ovvero il coinvolgimento dei lavoratori nella gestione e nei profitti delle imprese. Un modello di relazioni industriali capace di favorire la collaborazione tra capitale e lavoro, superando il conflitto di classe e stipulando un patto fra produttori nell’interesse dell’intera comunità nazionale. Un ideale che permane nel tempo e che oggi è ancora più attuale, alla luce degli insuccessi sia dell’antagonismo che del liberismo, in un periodo storico nel quale le disuguaglianze sociali sono sempre più evidenti, nel quale il Paese si trova ad affrontare le criticità legate alla globalizzazione ed alle delocalizzazioni, ma anche caratterizzato da profonde trasformazioni dei processi produttivi. In questo frangente, l’Ugl propone un nuovo Patto per il Lavoro per assicurare un contributo più consapevole e attivo dei lavoratori al destino delle imprese. Di questo tema, dopo il workshop dello scorso martedì, tratta una mia intervista su Italia Oggi nella quale, oltre ai principi generali, vengono chiariti alcuni punti importanti, alcuni elementi distintivi, da prevedere nell’attuazione della partecipazione e quindi da inserire nelle proposte di legge sulla materia. Per l’Ugl, infatti, esistono metodi semplici e chiari per dare concretezza all’idea partecipativa. Ad esempio stabilendo che per le imprese con oltre 100 dipendenti non coperte da contrattazioni di secondo livello, aziendali o territoriali, venga prevista la distribuzione del 15% del Margine Operativo Lordo come partecipazione agli utili dei lavoratori, con assorbimento dell’eventuale «elemento perequativo» previsto dal contratto collettivo nazionale. E, sempre nelle imprese con oltre 100 dipendenti, in assenza di specifici «statuti di partecipazione» regolati dalle contrattazioni aziendali, territoriali o di settore, istituendo per legge un Comitato di Gestione, eletto direttamente dai lavoratori e dotato di ampie competenze in materia di informazione e consultazione su questioni organizzative, amministrative, contabili, strategie di gestione, modelli di governance e gestione delle crisi. Ed infine introducendo, per le imprese con meno di 100 dipendenti ma oltre 15, in mancanza di specifiche contrattazioni di prossimità, una forma attenuata di partecipazione, mediante organismi paritetici consultivi su temi quali salute e sicurezza, pari opportunità, non discriminazione, formazione e sostenibilità. Questi sono alcuni elementi che l’Ugl considera fondamentali per arricchire e rendere più stringenti le attuali proposte legislative in discussione alla Camera, al fine di dare piena realizzazione a un cambiamento nella cultura del lavoro e delle imprese, atteso da oltre 75 anni e per il quale finalmente ora i tempi sembrano maturi.