di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Il recente resoconto economico dell’Ocse sull’Italia ha evidenziato diversi aspetti cruciali per il futuro del Paese, tra cui il rapporto debito/PIL, la previdenza, la crescita economica e, in particolare, la situazione occupazionale. Per superare le criticità, la strategia vincente consiste nel sostenere la crescita, con politiche lungimiranti ed espansive, mantenendo il lavoro al centro delle strategie. Solo creando sviluppo e lavoro è, infatti, possibile ridurre il debito, mantenere e migliorare il sistema di welfare, incluso il settore previdenziale, innescare un circolo virtuoso capace di garantire stabilità all’intero sistema economico-sociale nazionale. Da un lato, quello delle imprese, creando un contesto favorevole allo sviluppo, mediante infrastrutture materiali e immateriali adeguate, ivi compreso l’apparato burocratico, giuridico e fiscale, e difendendo, come in passato non è stato fatto, la produzione nazionale e gli asset strategici sui mercati mondiali. Dall’altro lato, quello relativo al mondo del lavoro, puntando in modo deciso sulle nuove generazioni, riducendo quel gap che impedisce loro un pieno e soddisfacente inserimento occupazionale. In questo contesto, una delle sfide fondamentali riguarda la necessità di affrontare il problema del mismatch tra la domanda di nuove competenze da parte delle aziende ed offerta di lavoro disponibile nel mercato italiano. Per far fronte a questa discrepanza, è cruciale investire nella formazione dei giovani, garantendo loro competenze adeguate, con una vera e propria battaglia di tipo culturale capace di cambiare le percezioni e le ambizioni, dando finalmente impulso al settore cosiddetto Stem, ovvero quello relativo alle competenze scientifiche – scienza, tecnologia, ingegneria e matematica – di vario tipo e di vario livello, dalla sanità, al green, all’informatica, IA compresa, fra i giovani, anche superando quelle disparità di genere attualmente ancora presenti nel nostro Paese. In questo ambito, potenziare la capacità attrattiva degli Istituti Tecnici Superiori è cruciale per offrire ai giovani opportunità occupazionali allineate alle trasformazioni radicali in atto nel mondo del lavoro. Questo approccio mira a preparare le nuove generazioni ad affrontare in modo positivo le sfide di mercato del lavoro in evoluzione, garantendo al contempo la sostenibilità economica e sociale del Paese. Una formazione adeguata va associata, per fare in modo che le competenze si traducano poi in posti di lavoro, ad una riforma dei centri per l’impiego, elemento prioritario, creando una sinergia efficace tra settore pubblico e privato, promuovendo una maggiore coerenza e coordinando le varie iniziative nel campo dell’occupazione, al fine migliorare l’efficienza dei servizi di collocamento. Infine incoraggiando il turnover e incentivando le assunzioni da parte delle imprese.