Il ministro ha ricordato che l’Italia è «l’unico Paese» europeo ad aver presentato la richiesta per la quinta rata
A ritmo spedito. Incluso tra i dossier più importanti sul tavolo di palazzo Chigi, la “messa a terra” del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, testimonia l’efficacia dell’azione di governo, sconfessando inoltre la narrazione che, alla vigilia dell’insediamento, sosteneva che i membri dell’attuale esecutivo, in precedenza critici in diverse occasioni verso alcune politiche dell’Unione europea, sarebbero stati incapaci di collaborare con le istituzioni europee e di far valere gli interessi italiani a Bruxelles. Le cose sono andate diversamente. E lo stato dell’arte del Pnrr lo conferma.
«Abbiamo già presentato la richiesta di pagamento della quinta rata del Pnrr, siamo l’unico Paese ad averlo fatto», ha detto il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, facendo il punto della situazione. «È partito nei giorni scorsi il confronto con la Commissione europea per verificare il raggiungimento degli obiettivi. Entro febbraio, massimo marzo, avremo il pagamento», ha aggiunto, ricordando che «il pagamento della quarta rata ci ha portato ad aver incassato 102 miliardi di euro, oltre la metà delle risorse disponibili».