di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

La promozione della partecipazione dovrebbe vedere impegnate tutte le forze sindacali, sia Confederali che Autonome, perché è una battaglia che delineerà il futuro delle relazioni industriali

Deludenti, ma non sorprendenti, e utili al fine di fare luce sulla contrattazione in Italia sono i dati Inapp, illustrati durante il convegno “Crisi dei salari e pressioni sul modello retributivo”, organizzato dallo stesso Istituto con l’Università degli Studi del Sannio.
La contrattazione collettiva è cresciuta negli ultimi 4 anni, passando dal 75% all’87%, con un aumento di circa 12 punti percentuali, mentre quella di 2° livello risulta pressoché invariata nel 2022 e applicata dal 4% delle imprese. Piccola, quasi risibile quota, che, tuttavia, ha subito un lieve incremento grazie a politiche che ne hanno incentivato la diffusione.
Determinanti, nella “buona pratica” della contrattazione, sono risultati il settore, la dimensione e la localizzazione geografica dell’impresa. Tra le grandi imprese (più di 250 dipendenti), quelle che decidono di applicare la contrattazione sono il 98%. Tra le piccole aziende (meno di 10 impiegati), sono pari all’84%. Tra le imprese del Nord, la quota che adotta la contrattazione collettiva nazionale è pari al 88%, tra le imprese del Sud/Isole all’86%.
È una questione, oltre che di opportunità e di densità del tessuto economico, anche di cultura. Noi dell’UGL riteniamo, infatti, che anche la cultura del lavoro e dell’impresa debba essere un campo di battaglia del sindacato – quanto meno di un sindacato “in viaggio verso il futuro” – perché, come continuiamo a ripetere, le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro e la congiuntura economica impongono di ripensare le categorie novecentesche e di superare le barriere ideologiche ormai anacronistiche.
Dal conflitto di classe alla collaborazione si passa attraverso un nuovo Patto sociale fra lavoro e capitale che, senza indebolire la contrattazione collettiva, anzi dandole ancora più spessore e valore, apra nuovi spazi negoziali sui contratti di secondo livello aziendale, gli unici che possono garantire la reale Partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Da tempo, l’UGL chiede e si impegna attraverso innumerevoli iniziative editoriali e di convegnistica per l’attuazione dell’articolo 46 della Costituzione in forza del quale la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.
Proprio oggi abbiamo organizzato come UGL un workshop sulla Partecipazione condotto da una figura emblematica in materia come quella del prof. Maurizio Castro.