Resta la fortissima differenziazione geografica. Impennata del welfare aziendale

Il 2023 ha segnato una forte crescita degli accordi collettivi di produttività, anche per effetto degli incentivi introdotti con la legge di bilancio, confermati pure per l’anno in corso. I contratti depositati presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali sono infatti 9.421, a fronte dei 7.206 dello stesso periodo dello scorso anno. A conti fatti, si tratta di un incremento di oltre trenta punti percentuali. Il corrispettivo medio è di 1.470 euro, sui quali si applica una aliquota sostitutiva del 5%, più bassa rispetto a quella ordinaria del 10%. Gli accordi trovano applicano su una platea ancora limitata, però, in quanto riguardano 2,9 milioni di lavoratori dipendenti. Le intese possono essere a carattere aziendale (la crescita in questo caso è vicina al 20%) che territoriale (+149%). Permane, nonostante la promozione fatta dai sindacati e dalle associazioni datoriali, una forte differenziazione geografica, con il 73% dei contratti sottoscritto al Nord, mentre al Sud ci si ferma ad appena il 10%. Gli accordi sul welfare aziendale sono circa 5.800. Questa tipologia di accordo è esentasse all’interno delle soglie indicate, fissate per il 2024 dall’ultima legge di bilancio in 2mila euro per i lavoratori con figli a carico e in mille euro per quelli senza figli. Con riferimento al 2023, si ricorda che la soglia era di 3mila euro in caso di dipendenti con figli e di 258,23 euro senza figli.