Posizione israeliana complica il piano di pace arabo

Dopo il rifiuto di qualche giorno fa da parte di Hamas di una soluzione a due Stati, nelle ultime ore sarebbe arrivato anche quello di Israele, tramite il premier Benjamin Netanyahu. Se ieri il presidente israeliano, Isaac Herzog, da Davos aveva espresso perplessità al riguardo («Quando parliamo di due Stati – aveva detto –, la domanda preliminare è quale sicurezza per i cittadini israeliani»), Netanyahu avrebbe addirittura informato gli Stati Uniti, tra i principali sponsor della soluzione, della sua contrarietà alla creazione di uno Stato palestinese nello scenario post-bellico. La situazione, dunque, complica ulteriormente gli sforzi diplomatici, rivelati dal Financial Times, per arrivare alla conclusione delle ostilità. Gli Stati arabi sarebbero infatti pronti a presentare un piano di pace che prevede, in aggiunta, una normalizzazione delle relazioni diplomatiche con Israele – possibilità peraltro in discussione da tempo – in cambio di un passo «irreversibile» verso il riconoscimento di uno Stato palestinese. La posizione israeliana, però, lascia al momento pochi spiragli. Sullo sfondo, poi, restano gli scontri al confine con il Libano, le tensioni tra Pakistan e Iran, le operazioni militari statunitensi e britanniche nello Yemen contro i ribelli Houthi (a causa degli attacchi di quest’ultimi alle navi che transitano nel Mar Nero), circostanze che accrescono i timori di un allargamento regionale del conflitto. Nelle scorse ore il presidente americano Joe Biden ha affermato che i raid contro gli Houthi proseguiranno.