Prosegue il dibattito sull’intelligenza artificiale, con l’incontro fra Giorgia Meloni e Bill Gates
di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

L’intelligenza artificiale, questa nuova tecnologia che alla popolazione sembra ancora avveniristica, di fatto è ormai già parte del nostro mondo ed è destinata a diffondersi a macchia d’olio, condizionando di conseguenza, e si prevede in modo significativo, il futuro. Non a caso l’Italia ha posto il tema al centro dell’agenda del G7, il gruppo dei sette Stati più avanzati del mondo, di cui il nostro Paese ha assunto la presidenza con lo scattare del nuovo anno. Una questione importante e discussa anche in Europa, dove è stato approvato un primo pionieristico accordo sulla regolamentazione dell’IA. In questo contesto si colloca l’incontro del Premier con il fondatore di Microsoft, Bill Gates, avvenuto ieri, dopo altri vertici con altri esponenti di primo piano del settore delle nuove tecnologie, come Elon Musk e Reid Hoffman. L’Italia sta puntando molto sull’approfondimento di questa materia così complessa, con l’Esecutivo coadiuvato da padre Paolo Benanti, esperto di livello internazionale di etica delle tecnologie, nominato dal governo al vertice della commissione sull’IA. Un nuovo cambiamento epocale alle porte, l’ultimo in ordine cronologico dei tanti che abbiamo vissuto negli scorsi decenni, in un’era dominata da una fortissima accelerazione tecnologica, capace di modificare la vita stessa dell’umanità, dal punto di vista politico, sociale, economico e lavorativo. Un cambiamento, come sempre, carico da un lato di opportunità, dall’altro di rischi, specie per le fasce sociali più deboli dal punto di vista sia economico che culturale. L’unico modo possibile non per bloccare una novità non solo di fatto inarrestabile, ma anche, in alcune sue applicazioni, potenzialmente molto utile, è quello di governare, stavolta per tempo, questo cambiamento, come non è stato fatto in passato, vedasi il caso oggi di attualità degli influencer, che vengono regolamentati per la prima volta adesso, quando sono attivi protagonisti della comunicazione ormai da anni. Depositaria di questo ruolo non può che essere la politica, che, in particolare in questa situazione, non deve abdicare al proprio dovere. Una politica che già nel difficile scenario internazionale dei nostri tempi, segnati da tanti conflitti, sta dimostrando il proprio primato sull’economia, nonostante le narrazioni, ormai obsolete, degli scorsi decenni, e che deve farsi valere anche in senso positivo, imprimendo una dimensione valoriale e sociale a questa novità ormai alle porte.

Europa
A Bruxelles è stato varato un primo accordo sull’IA. Fulcro del testo, la protezione dei diritti umani, con sanzioni in caso di inadempienza: restrizioni all’uso dei sistemi di identificazione negli spazi pubblici, divieto di categorizzazione biometrica e di raccolta massiccia di immagini per creare database di riconoscimento facciale, di uso di sistemi di accertamento delle emozioni in luoghi sensibili come scuola e posto di lavoro. Attenzionati particolarmente i contesti elettorali per evitare distorsioni del voto. Previste, però, anche misure di sostegno all’innovazione tecnologica, specie per le piccole e medie imprese.