L’approdo dopo diversi mesi di lavori in Commissione Affari Costituzionali

Approdato oggi all’Aula del Senato, il disegno di legge per l’Autonomia differenziata, una delle riforme più ambiziose sul tavolo di palazzo Chigi, che fa il paio con quella che punta ad introdurre il premierato. Dopo sei mesi di lavori in Commissione Affari Costituzionali a palazzo Madama, segnati da diversi momenti di alta tensione tra maggioranza e opposizione – diverse centinaia le sedute, centinaia anche gli emendamenti votati –, il testo ha iniziato l’iter della prima lettura (Costanzo Della Porta (Fratelli d’Italia) e Paolo Tosato (Lega) saranno i relatori).
Un viaggio che si preannuncia lungo e tortuoso: i partiti, che animano l’opposizione, hanno annunciato “battaglia” – «Faremo di tutto per fermarli», ha promesso il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia –, dopo aver presentato centinaia di emendamenti, 153 del Partito democratico, 121 del Movimento 5 stelle, 50 del Gruppo Misto mentre Italia Viva e il gruppo delle Autonomie ne hanno presentati rispettivamente “solo” otto e uno. In tutto sono 337 gli emendamenti al testo da valutare. Non sono mancate le polemiche, ovviamente: per i detrattori, tutti esponenti del centrosinistra, il disegno di legge, se messo in pratica, contribuirà ad alimentare ulteriormente le distanze che già separano il Nord e il Sud del Paese. Per i promotori, invece, le conseguenze saranno diametralmente opposte, migliorando i servizi erogati dagli enti locali.