Il presidente Noboa proclama lo stato di emergenza
Proclamato lo stato di emergenza per 60 giorni nel quadro di quello che è stato definito dalle autorità locali un «conflitto armato interno», violenze, saccheggi, morti e feriti, irruzioni in diretta negli studi televisivi. È il bilancio sommario del caos esploso in Ecuador da alcuni giorni, dopo la fuga dal carcere di un importante capo di una banda di narcotrafficanti, Adolfo Macías, che ha poi dato il via ad una serie di rivolte in altre prigioni. Punto nevralgico della violenza diffusa è la città portuale di Guayaquil, ma disordini sono stati registrati in varie città, compresa la capitale Quito. Il presidente Daniel Noboa – eletto a ottobre 2023 al termine di una campagna elettorale molto dura e incentrata proprio sul tema della sicurezza – ha dunque firmato un decreto che dispone l’impiego dei militari per ripristinare, con l’obiettivo di arrestare i membri delle bande in azione, ritenute «organizzazioni terroristiche». Nella giornata di ieri alcuni uomini armati, con i volti coperti da maschere, hanno fatto irruzione negli studi dell’emittente televisiva Tc Television, prendendo in ostaggio i giornalisti e il personale. Tutto è avvenuto mentre le telecamere riprendevano i fatti. Il successivo intervento della polizia ha però permesso di liberare subito le persone coinvolte loro malgrado nell’episodio e di arrestare i 13 autori dell’irruzione. Tuttavia la situazione è esplosa nelle città e nel frattempo si sono registrate tensioni, saccheggi nei negozi, vere e proprie scene di guerriglia urbana.