I tempi sono maturi. Come riportato in un articolo pubblicato oggi dal quotidiano “La Stampa”, alla successione di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ambiscono almeno quattro candidati. È ancora presto per capire quali correnti prevarranno, la situazione è ancora molto fluida. Ma qualcosa già si muove in vista del 1° febbraio, data in cui si terrà il Consiglio generale, quando saranno estratti a sorte, da una rosa composta dagli ex presidenti, i tre saggi che raccoglieranno indicazioni e preferenze dai territori. A quanto pare, la rosa dei candidati rifletterebbe un dibattito tra “gli ex” (presidenti). I nomi di Orsini e Marenghi sembrerebbero essere i favoriti tra i vice di Bonomi; Garrone sarebbe sostenuto da Bracco e Marcegaglia; Gozzi da D’Amato. Sarebbe impossibile riassumere l’universo imprenditoriale e territoriale che ruota intorno ai nomi appena citati e non spetta a me, a noi dell’UGL, dichiarare la preferenza per l’uno o per l’altro.
Quello che, tuttavia, è possibile e anche doveroso esprimere come organizzazione sindacale sono i progetti o i temi chiave intorno ai quali l’UGL si sta fortemente impegnando, non certo da oggi, e con i quali auspica di confrontarsi con il futuro presidente di Confindustria. Mi riferisco alla partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili dell’impresa e al rafforzamento dei contratti nazionali di lavoro. La buona contrattazione e il welfare aziendale, quindi un rafforzamento di uno strumento centrale come il CCNL, e il rilancio della contrattazione di secondo livello aziendale, sono le leve fondamentali per conseguire, a beneficio dell’intera comunità e non solo dei lavoratori e delle famiglie, un livello di retribuzioni adeguate, cosa che in Italia manca da ormai troppo tempo.
Anche i tempi per la partecipazione sono maturi: sono tre le proposte di legge, attualmente all’esame delle commissioni Finanze e Lavoro della Camera, presentate da Fratelli d’Italia, Lega e Italia Viva, orientate a disciplinare la partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa. A queste si è aggiunto, significativamente, l’annuncio del PD della elaborazione di una propria proposta di legge sul tema, comunicata dal capogruppo in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, al termine della seduta di ieri della XI di Montecitorio in cui sono state incardinate le tre pdl di FdI, Lega e Italia viva. Ormai quasi più nessuno può permettersi di essere al di fuori di una partita e, soprattutto, di un cambiamento che per l’Italia sarebbe epocale. Epocale perché restano ancora quei residui, marginali ma ancora tenaci, di una cultura che concepisce e pretende in perenne conflitto capitale e lavoro. Come UGL ci impegniamo a essere parte integrante nel superamento di tali “resistenze”, insieme a tutti coloro i quali, dal sindacato alle imprese, passando per la politica, intendano fare altrettanto.