Wärtsilä fa saltare il tavolo, verso i licenziamenti

Non sono bastate 7 ore di trattativa per raggiungere un’intesa tra i vertici Wärtsilä, da un lato, e Governo, Regione Friuli-Venezia Giulia, Confindustria e sindacati, dall’altro. Eppure, in gioco c’era la proroga degli ammortizzatori sociali scaduti il 31 dicembre scorso. La direzione finlandese della multinazionale, già condannata dal Tribunale di Trieste per condotta antisindacale, ha detto di no alla mediazione su cui si era trovata la convergenza di tutte le altre parti, facendo saltare un accordo sulla proroga degli ammortizzatori sociali. Uno schiaffo ai lavoratori, prima di tutto.
È presumibile ora che Wärtsilä decida di aprire la procedura prevista dalla legge 234, che si concluderebbe con il licenziamento di 300 persone, tra otto mesi circa, del sito di Trieste. Per l’UGL Metalmeccanici, a rischio sono anche tutti gli oltre 1000 dipendenti della multinazionale. Parole di condanna, sono state espresse da tutte le parti in causa.
Le trattative al tavolo del Mimit sono iniziate ieri intorno alle 15.00 con un inizio contrastato e si sono protratte fino a notte fonda. Poi il confronto si è avviato con la speranza di arrivare a un compromesso, grazie a una posizione condivisa da tutte le parti. Tra i vari punti, l’azienda avrebbe chiesto, per estendere di sei mesi i contratti di solidarietà dal 1° gennaio scorso, uno sconto di due mesi rispetto agli otto previsti dalla procedura per il licenziamento. Poi lo strappo.
Con il ricorso alla legge 234, a Wärtsilä resterebbe comunque l’onere della reindustrializzazione nonché di rispettare le leggi e i termini della procedura.