L’Osservatorio di Bologna pubblica dati più alti rispetto a quelli forniti dall’Inail

La certezza è che il fenomeno degli infortuni mortali nel nostro Paese continua ad essere, per molti versi, fuori controllo, con numeri indegni di una Nazione civile, come più volte ribadito dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma anche dai leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri e Paolo Capone. Accanto ai numeri ufficiali dell’Inail, che censisce le denunce presentate nell’anno, fornendo poi, al termine della fase istruttoria, un bilancio consolidato a distanza di alcuni mesi, esistono anche altre stime. Fra queste, quella che ha assunto un particolare rilievo nel corso degli anni è quella dell’Osservatorio di Bologna, nato nel 2008, dopo l’immane strage all’interno della ThyssenKrupp di Torino. Secondo le stime dell’Osservatorio, il 2023 si è chiuso con 1.467 infortuni mortali, un numero più alto rispetto a quello dell’Inail, con l’ultimo dato parziale di novembre vicino alle mille unità, in quanto intercetta pure i casi collegati a lavoratori in nero. L’Osservatorio ha censito 985 infortuni mortali nei luoghi di lavoro, circa due terzi del totale, quindi. Confrontando i numeri forniti dall’Osservatorio con quelli dell’Inail, fermi a novembre, si registra una forte differenza proprio sul versante degli infortuni in itinere che per l’Inail rappresentano il 22% del totale, a fronte di quasi il 33% per l’Osservatorio.