ArcelorMittal fa saltare il tavolo convocato per salvare l’ex Ilva. Salta il vertice a Palazzo Chigi. Sindacati convocati giovedì 11 gennaio

Incontro a Palazzo Chigi fra governo e Arcelor Mittal sulla situazione dell’Ex Ilva di Taranto: per l’esecutivo presenti il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il ministro per gli Affari Ue e Pnrr, Raffaele Fitto, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il ministro del Lavoro Elvira Calderone, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. La delegazione aziendale rappresentata dal Ceo Aditya Mittal, mentre per Invitalia l’ad Bernardo Mattarella.
Enormi i problemi sul tavolo, a cominciare dal fatto che si è al limite ultimo per una risposta di ArcelorMittal al governo sul futuro dell’ex Ilva e quindi di Acciaierie d’Italia. La delegazione del Governo ha proposto ai vertici dell’azienda la sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale, pari a 320 milioni di euro, così da concorrere ad aumentare al 66% la partecipazione del socio pubblico Invitalia, unitamente a quanto necessario per garantire la continuità produttiva. È stato lo stesso esecutivo a rendere noto alle agenzie di stampa di aver preso atto della indisponibilità di ArcelorMittal ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza, e ha per questo incaricato Invitalia ad assumere le decisioni conseguenti, attraverso il proprio team legale. Si attendeva da parte di Aditya Mittal la conferma di un passo indietro dalla posizione di socio di maggioranza di Acciaierie d’Italia per far salire l’azionista pubblico, cioè Invitalia, per dare vita ad un nuovo inizio. Il passaggio successivo sarebbe stata proprio la conversione in capitale dei 680 milioni erogati mesi fa grazie al decreto-legge del 5 gennaio del 2023.
Non basta, certo, un incontro tra il ceo Mittal e il Governo, per giunta saltato, a risolvere le tante questioni sul tappeto, quali, ad esempio, i nuovi pagamenti alle imprese che avanzano crediti da Acciaierie, il nuovo fornitore del gas per neutralizzare un eventuale giudizio sfavorevole ad Acciaierie da parte del Tar della Lombardia. Emergenze importanti che possono essere ridimensionate con la prospettiva dello Stato che, attraverso Invitalia, prenda il comando dell’azienda, anche se solo momentaneamente.